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Chiodi contro i podisti
È caccia ai responsabili

Le trappole con i chiodi trovate lungo il percorso di gara. ZILLIKENAtleti al via della manifestazione podistica Agno Trail
Le trappole con i chiodi trovate lungo il percorso di gara. ZILLIKENAtleti al via della manifestazione podistica Agno Trail
Le trappole con i chiodi trovate lungo il percorso di gara. ZILLIKENAtleti al via della manifestazione podistica Agno Trail
Le trappole con i chiodi trovate lungo il percorso di gara. ZILLIKENAtleti al via della manifestazione podistica Agno Trail

Chiodi disseminati sul tracciato dell’Agno trail. Vere e proprie trappole nascoste lungo il percorso dove qualche ora più tardi sarebbero transitati centinaia di corridori che, domenica mattina, hanno rischiato di rovinare trasformare in una minaccia quella che doveva essere una festa dello sport. La manifestazione dedicata alla corsa tra boschi e sentieri con 300 iscritti organizzata dall’associazione “Facerunners” ha preso il via poco dopo le 9, come da copione. Erano stati sviluppati due percorsi, uno da 33 chilometri con un dislivello di 1.700 metri, e uno più corto, da 18 chilometri per 850 metri di salite. All’avvio, l’organizzazione aveva previsto un gruppetto di “lepri” e cioè atleti particolarmente veloci che, oltre a cercare di concludere il percorso nel minor tempo possibile, avevano anche il compito di controllare che sul percorso fosse tutto ok, in particolare per quanto riguardava la segnaletica. Molti anche gli addetti alla gara che, divisi a seconda delle zone di competenza, per tutta la durata della competizione hanno regolato il traffico e verificato che i partecipanti non sbagliassero strada.

Sono state proprio le “lepri” ad accorgersi, a loro spese, della spiacevole sorpresa: lungo i sentieri collinari nei boschi tra le località Bergamini e Novella e, poi, a distanza di chilometri tra il passo dello Zovo e località Cima, sono state trovate quattro tavole di legno “tempestate” di chiodi rivolti verso l’alto. Le trappole rudimentali erano state in parte nascoste approfittando della presenza di fogliame a terra. Ad un primo atleta, uno dei chiodi si è conficcato nella suola passando da parte a parte la calzatura. Solo per un caso la trappola non ha colpito il piede del corridore. Un secondo partecipante, invece, è stato ferito di striscio ad un alluce, lamentando dolore ma non impedendogli di arrivare al termine della gara. Dopo la segnalazione, sono scattate ulteriori ricerche che hanno portato all’immediata rimozione degli strani e pericolosi manufatti. Il percorso della gara, però, era quasi completamente disegnato tra i campi e nei boschi, quindi non è escluso che ci possano essere altre trappole chiodate celate lungo i camminamenti. Gli organizzatori hanno sporto denuncia contro ignoti alla stazione dei carabinieri di Valdagno subito dopo la chiusura della competizione.

«Quando ci è arrivata la segnalazione, la gara era già partita. Se avessimo trovato le trappole in una sola zona, avrebbe potuto essere l’azione del proprietario di un campo che non gradiva il nostro passaggio - spiega l’organizzatore Diego Lora di Facerunners -. Sarebbe stato comunque inaccettabile ma, almeno, avremmo compreso la motivazione di questo gesto. Così, invece, è più preoccupante. Sembra che qualcuno si sia studiato il percorso apposta per fare del male. L’intenzione degli ignoti era di bucare scarpe e piedi degli atleti. Abbiamo avviato un’operazione di bonifica lungo il percorso. Nonostante questo, la gara si è conclusa regolarmente al parco La Favorita senza perdere la sua natura di festa dello sport».

Karl Zilliken

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