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Omicidio a Grosseto

Caso Benetti
Ergastolo
al custode

La valdagnese Francesca Benetti e Antonino Bilella, accusato di averla uccisa
La valdagnese Francesca Benetti e Antonino Bilella, accusato di averla uccisa
La valdagnese Francesca Benetti e Antonino Bilella, accusato di averla uccisa
La valdagnese Francesca Benetti e Antonino Bilella, accusato di averla uccisa

VALDAGNO ore 20 Antonino Bilella, il custode della Villa Adua a Potassa di Gavorrano (Grosseto), è stato condannato all’ergastolo con due mesi di isolamento diurno per la scomparsa di Francesca Benetti, l’ex insegnante di Cologno Monzese, della quale non ci sono più notizie dal 4 novembre 2013. Bilella, custode della villa della donna, era accusato di omicidio premeditato, soppressione di cadavere, stalking e violenza sessuale. La sentenza della corte d’assise presieduta da Giovanni Puliatti dopo 8 ore di camera di consiglio. 

 

ore 13 «Sono innocentissimo davanti a Dio, mi affido a voi che siete persone squisite. Non ho ammazzato nessuno, sono una persona onesta e ho sempre lavorato fin da bambino. Lo giuro davanti a Dio. La donna è sacra e non si tocca». Sono le dichiarazioni spontanee di Antonino Bilella, al processo in cui è imputato con l’accusa di aver ucciso Francesca Benetti, l’insegnante in pensione scomparsa da Villa Adua di Gavorrano (Grosseto) il 4 novembre 2013. Dopo le brevi dichiarazioni dell’imputato, la corte di Assise di Grosseto si è ritirata in camera di consiglio da dove non uscirà prima delle 18, ora indicata come la possibile per la lettura della sentenza.

 

ore 6 Il colpo di scena, questa volta, arriva dai legali che difendono Antonino Bilella, a processo davanti all’Assise di Grosseto per l’omicidio e l’occultamento del cadavere della valdagnese Francesca Benetti sparita nel nulla il 4 novembre 2013. Per gli avvocati Riccardo Lotini e Francesca Carnicelli, l’imputato deve essere assolto, ma in subordine avanzano la richiesta che possa essere giudicato per omicidio preterintenzionale.

Insomma, per la difesa Bilella non ha ucciso, ma se anche lo avesse fatto sarebbe stato un «incidente», con ogni probabilità al termine di una colluttazione tra l’insegnante 55enne e il custode della sua villa in provincia di Grosseto.

«È una tesi davvero sorprendente - osserva Agron Xhanaj, l’avvocato che assiste il fratello di Francesca, parte civile nel procedimento - anche perché per la prima volta collocherebbe, tra l’altro in maniera prepotente, l’imputato sulla scena del delitto. Circostanza mai ipotizzata prima».

Da qui un’altra considerazione del penalista: «A questo punto stiamo parlando di una confessione implicita che confermerebbe come Antonino Bilella sia stata l’ultima persona ad avere visto in vita Francesca».

Per i pubblici ministeri toscani Nassi e Ferraro, il 71enne custode del podere di Gavorrano oltre che di omicidio e occultamento di cadavere deve essere ritenuto responsabile anche di stalking e di violenza sessuale ai danni delle professoressa di Valdagno.

Da qui la richiesta dell’ergastolo con l’isolamento diurno per sei mesi. I sostituti procuratori ieri hanno replicato dopo l’arringa della difesa. Le loro conclusioni dovrebbero proseguire anche nella giornata di oggi che prevede poi le dichiarazioni spontanee dell’imputato, quindi la Camera di consiglio dei giudici. La lettura delle sentenza è prevista entro la serata.

Durante le indagini, analizzando il cellulare di Bilella, i carabinieri hanno contato 357 chiamate fatte dal custode, da giugno al 4 novembre (giorno della scomparsa di Francesca). Insomma quella dell’imputato per l’insegnante era diventata una vera e propria ossessione.

Per i pm, il custode si informava persino su quale stabilimento balneare frequentava la donna durante l’estate in Toscana. La aspettava ovunque e la chiamava anche sei-sette volte al giorno.

Lei aveva parlato con amici e parenti di alcuni comportamenti molesti che hanno indotto la procura a procedere anche per l’accusa di stalking.

Bilella, però, non ha mai confessato. E quando ha parlato lo ha fatto per monosillabi, poi più nulla. Ma ieri sono stati i suoi stessi difensori a ipotizzare la presenza del custode sulla scena del delitto arrivando ad avanzare l’ipotesi che se davvero Francesca fosse stata uccisa, la sua morte sarebbe avvenuta in maniera “accidentale” probabilmente al termine di un’aggressione avvenuta dopo un suo rifiuto all’ennesima pesante avance dell’imputato.

Matteo Bernardini

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