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È corsa contro il tempo per fermare le centraline

Niente rilascio d’acqua all’impianto di ponte Nori.   FOTO CISCATO - STELLA
Niente rilascio d’acqua all’impianto di ponte Nori. FOTO CISCATO - STELLA
Niente rilascio d’acqua all’impianto di ponte Nori.   FOTO CISCATO - STELLA
Niente rilascio d’acqua all’impianto di ponte Nori. FOTO CISCATO - STELLA

Corsa contro il tempo per le osservazioni alla commissione regionale. Primo passo per fermare la centralina idroelettrica in località Ruari è la presentazione di pareri e documenti entro venerdì 17 al tavolo per la Valutazione di impatto ambientale. In Cittadella sociale, Legambiente circolo “Valle Agno” e l’associazione Bacino “Agno Chiampo”, primi ad aver aderito al comitato nato per la difesa del torrente, hanno organizzato una serata informativa e raccolto le iniziali adesioni. Un disegno predisposto per salvare quello che la geologa Patrizia Miniutti, consulente dell’Amministrazione in questa battaglia insieme all’ingegnere Alberto Scaunich, ha ricordato essere “un corridoio ecologico”. Ed è proprio il progetto per la turbina in zona Ruari che sta in questo momento impegnando i tecnici. «Lo scorso anno avevamo partecipato alla visita istruttoria con il Genio civile e avevamo espresso contrarietà -ha spiegato l’assessore al- l’urbanistica Michele Cocco-. Proprio per questo i progettisti e i committenti avevano chiesto un incontro e alla luce della nostra posizione avevano annunciato che avrebbero ritirato il progetto. Solo in seguito abbiamo scoperto che l’iter autorizzativo è andato avanti, ottenendo il parere favorevole del Genio civile e dell’Autorità di bacino. Ora arriverà in commissione Via e sarà fondamentale far valere le nostre ragioni». Ragioni che, in parte, sono state spiegate da Miniutti: «Non sono stati prodotti studi sullo stato attuale della fauna terrestre, acquatica e sull’avifauna e non sono stati fatti censimenti su specie tutelate a livello europeo che nidificano in quell’area come il codirosso spazzacamino». Ma si punta il dito anche sulla relazione economica finanziaria che non risulterebbe realistica come confermato dall’ingegnere Scaunich: «Con l’ultimo decreto gli incentivi sono diminuiti e con il tempo potrebbero venire meno, con il rischio di trovarsi impianti non funzionanti. Anche la portata del torrente è stata sovrastimata considerando un solo mese all’anno di mancata produzione quando in realtà sono almeno due». E a proposito di impianti in stand by, nel 2017, la nuova centralina a Ponte dei Nori è rimasta «inattiva per mesi -ha commentato Cocco-. Anzi ora chiederemo di conoscere i dati e faremo presente in Regione che il deflusso minimo vitale che doveva essere assicurato, continuando anche a creare l’effetto cascata, non è assolutamente rispettato. Infatti, la traversa in plastica a monte della briglia pre-esistente sul salto di 5 metri e mezzo è praticamente sempre completamente asciutta». E se la battaglia ora si concentra per l’impianto ai Ruari, non si accantona il pensiero di quello di via Fermi: «Si tratta di concessioni trentennali che non garantiscono in caso di dismissione un piano di ripristino ambientale soddisfacente. Ripristinare non significa lasciare sul posto i manufatti costruiti. È inconcepibile, inoltre, che un’opera che rappresenta un investimento economico e per il turismo, come la pista ciclabile venga rovinata da cantieri e servitù di passaggio per manutenzioni agli impianti con un danno enorme al paesaggio e al percorso stesso». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica Molinari

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