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Ucciso dalla malaria Era in Africa per lavoro

Massimo Carollo, morto di malaria a 51 anni. BILLOIl centro della cittadina di Impfondo, nel Congo
Massimo Carollo, morto di malaria a 51 anni. BILLOIl centro della cittadina di Impfondo, nel Congo
Massimo Carollo, morto di malaria a 51 anni. BILLOIl centro della cittadina di Impfondo, nel Congo
Massimo Carollo, morto di malaria a 51 anni. BILLOIl centro della cittadina di Impfondo, nel Congo

Marco Billo Impresario thienese viene ucciso dalla malaria in una cittadina del Congo. L’ultimo contatto con la famiglia Massimo Carollo, 51 anni, originario di Centrale di Zugliano, l’aveva avuto una decina di giorni fa. Giovedì la figlia Jessika è stata avvisata dalla Polizia di Bassano, dove si era trasferito recentemente, che il padre era morto. «Dai primi giorni di dicembre - racconta la giovane - mio padre si trovava nello stato africano per lavoro. Non so esattamente di che cosa si stesse occupando. Sono riuscita a parlare con lui una decina di giorni fa e mi aveva detto di aver contratto la malaria, ma mi ha anche assicurato che aveva iniziato a curarla». Niente che potesse far sospettare un epilogo così tragico: «Gli agenti mi hanno semplicemente riferito che mio padre era morto il giorno prima - spiega la figlia - Non sono in possesso dei referti medici, ma quasi sicuramente le cause del decesso sono riconducibili alla malattia». «All’inizio - ricorda la figlia - non ci sono sintomi, poi quando ha accusato una sorta di influenza, si è rivolto subito ai medici che gli hanno diagnosticato la malaria». Nonostante avesse iniziato subito le cure prescritte, per Massimo Carollo non c’è stato nulla da fare. È morto mentre si trovava a Impfondo, una cittadina della regione di Likouala nel nord est della Repubblica del Congo. Non è ancora chiaro se, prima di affrontare il viaggio nel paese africano l’uomo avesse effettuato la profilassi antimalarica. «Ho avviato le procedure per il rimpatrio della salma, ma al momento non mi è stato ancora comunicato quando avverrà - continua la figlia - Mio padre era una persona solare, propositiva e sempre scherzosa. Affrontava la vita con il sorriso e trasmetteva felicità a chi gli stavano attorno. Aveva anche una grande passione per il rally, sport che seguiva fin da giovane». Carollo era conosciuto nel Thienese e non solo. In passato aveva anche gestito un locale a Pove del Grappa. «È cresciuto a Centrale, ma da tempo non risiedeva più in paese» spiega il sindaco di Zugliano, Sandro Maculan. «Da ragazzi ci conoscevamo: è sicuramente una triste notizia che mi rammarica per la giovane età. Quella di Massimo Carollo è una famiglia storica di Centrale a cui, come amministrazione comunale, esprimiamo il nostro cordoglio e la nostra vicinanza». Al momento i parenti non hanno ancora ricevuto conferme da parte delle autorità sui tempi necessari per il rientro in Italia della salma. Solo quando verrà rilasciato il nullaosta e saranno effettuate le operazioni di rimpatrio sarà possibile fissare la data della cerimonia funebre. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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