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Caldogno

Tempo e avvocati
Le nutrie costano
per il ricorso al Tar

È guerra fra animalisti e Comune sulla caccia alle nutrie. ARCHIVIO
È guerra fra animalisti e Comune sulla caccia alle nutrie. ARCHIVIO
È guerra fra animalisti e Comune sulla caccia alle nutrie. ARCHIVIO
È guerra fra animalisti e Comune sulla caccia alle nutrie. ARCHIVIO

Caccia alle nutrie, atto secondo, ma questa volta in tribunale, con costi per il Comune, che dovrà affidarsi a un avvocato. Si prepara ad arrivare sul tavolo dei giudici del Tar la spinosa questione dell'abbattimento dei roditori che, per tutta l'estate, ha tenuto banco nel Vicentino, dividendo l'opinione pubblica tra favorevoli e contrari.

A chiamare in causa il Comune di Caldogno, tra i primi in Provincia a firmare un'ordinanza per l'eliminazione controllata degli animali mediante armi da fuoco e ad aria compressa, è stata l'associazione “Vittime della Caccia” di Genazzano, a Roma, che ha promosso un ricorso al Tribunale amministrativo regionale per chiedere il ritiro del provvedimento. Un atto che non sorprende l'amministrazione comunale calidonense che per questo, alla notifica del ricorso ricevuta qualche giorno fa, ha scelto di resistere in sede giudiziaria, convinta della bontà dell'iniziativa. «Abbiamo deciso di sostener l'ordinanza perchè si tratta di una questione che riguarda direttamente la sicurezza dei nostri cittadini – spiegano Marcello Vezzaro e Nicola Ferronato, sindaco e vice – a partire dal rischio di diffusione di malattie legato a questi animali, basti pensare ai recenti casi di leptospirosi». «Abbiamo avuto modo di confrontarci anche con Coldiretti e non ci sono dubbi che le nutrie, come i topi, possano essere responsabili nella trasmissione di questa malattia che ha già contagiato due nostri concittadini», ricorda il sindaco. A questo si aggiunge, secondo il Comune, il concreto pericolo idraulico per un territorio già fragile come Caldogno: «Le nutrie bucano letteralmente gli argini dei fiumi e dei fossi, cosa succederebbe in caso di una piena del Timonchio- Bacchiglione?», si chiedono gli amministratori. Già all'introduzione dell'ordinanza di contenimento degli animali, lo scorso luglio, non erano mancate le polemiche con Lav e Enpa, che si erano scagliate contro i Comuni che avevano decretato lo stato di emergenza parlando di “allarmismi ingiustificati”. Ora, con il ricorso contro il Comune di Caldogno di “Vittime della caccia”, organizzazione senza scopo di lucro attiva a tutela della fauna in tutta Italia, anche le altre amministrazioni firmatarie di provvedimenti simili, Villaverla, Sandrigo, Arcugnano, Brendola, Creazzo, Altavilla, Costabissara, Isola Vicentina potrebbero essere chiamate a difendersi davanti al giudice. «Noi non abbiamo ricevuto nessuna notifica di procedimenti al Tar - assicura il sindaco di Villaverla Ruggero Gonzo – pertanto l'ordinanza nel nostro territorio resta in vigore». Già nelle prossime settimane il Tar si esprimerà sul caso, decidendo di fatto la sospensione o meno dell'ordinanza a Caldogno.

Giulia Armeni

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