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Sogno mondiale
per Michael
tedoforo speciale

L’accensione solenne della torcia ai campionati nazionali di BormioMichael sul gradino più alto del podio conquistato l’anno scorsoL’emozione di una foto ricordo con Deborah Compagnoni
L’accensione solenne della torcia ai campionati nazionali di BormioMichael sul gradino più alto del podio conquistato l’anno scorsoL’emozione di una foto ricordo con Deborah Compagnoni
L’accensione solenne della torcia ai campionati nazionali di BormioMichael sul gradino più alto del podio conquistato l’anno scorsoL’emozione di una foto ricordo con Deborah Compagnoni
L’accensione solenne della torcia ai campionati nazionali di BormioMichael sul gradino più alto del podio conquistato l’anno scorsoL’emozione di una foto ricordo con Deborah Compagnoni

Una forte emozione, ma anche una grande responsabilità. Chi lo conosce le ha lette entrambe negli occhi di Michael Carollo, 22 anni, che da ieri sta gareggiando a Bormio, ai campionati nazionali di sci organizzati da Special Olympics. Per lui parla un video, che lo vede nei panni di tedoforo, mentre porta la fiamma, durante la cerimonia di apertura.

Special Olympics è un’associazione che ha visto nello sport un mezzo per favorire la crescita personale, l’autonomia e la piena integrazione delle persone con disabilità intellettiva. Michael, infatti, è affetto dalla sindrome di down. Essendo il più giovane degli atleti azzurri convocati per i mondiali che si svolgeranno dal 14 al 25 marzo, fra Graz, Schladming e Ramsau, in Austria, con la partecipazione di tremila atleti provenienti da 110 nazioni, è stato affidato a lui il compito di portare la fiamma. L’ha svolto con l’impegno e la disciplina che lo caratterizzano. Salvo scoppiare poi in lacrime, una volta che si è ritrovato da solo con il papà, Emilio. Questo è il suo modo per liberarsi dall’emozione, quando è troppo grande.

Quella corsa, con la torcia, in un momento così solenne, era la sintesi di dieci anni di preparazione, sicuramente anche fatica, ma soprattutto un’infinità di conquiste, quelle che hanno trasformato Michael in un atleta.

«Lo sci era una passione di famiglia - racconta la mamma Sonia Crosara -. Se avesse cominciato a praticarlo anche Michael avremmo potuto continuare, se no dovevamo rinunciare tutti. La prima volta che ha messo gli sci siamo andati al Kaberlaba. Al momento di lanciarsi nella discesa li ha tolti ed è sceso di corsa».

Era solo il primo timido approccio a ciò che poi sarebbe diventato amore. Le prime lezioni con i maestri del Verena, il primo approccio con Special Olympics, grazie ad un gruppo di Milano che si allenava in Veneto e, pian piano, una serie di risultati sorprendenti prima con i novizi, poi con gli intermedi e adesso con gli avanzati.

“Che io possa vincere ma, se non riuscissi, che possa tentare con tutte le mie forze” è il giuramento che fanno tutti gli atleti Special Olympics, in ogni paese del mondo.

Oltre allo sci, Michael pratica con buoni risultati anche il nuoto e il tennis. Ovunque vada riesce a crearsi degli amici. «Nei primi dieci anni - racconta la mamma - abbiamo lavorato molto sulle emozioni, per aiutarlo a distinguere il buono dal brutto, la tristezza dalla felicità. Allora non esistevano gli smile, diciamo che siamo stati i precursori di questa tendenza dei tempi moderni. Sono ragazzi con una grande fantasia. Noi abbiamo cercato di incanalarla su ciò che si può realizzare».

«Michael - racconta - è un grande fan di Renato Zero. L’abbiamo portato a diversi concerti e, l’ultima volta, è riuscito anche a incontralo e abbracciarlo e gli ha regalato un sorcino che ha fatto per lui durante l’attività di Abilmente, il gruppo che frequenta al patronato San Gaetano. Quando è nato ce l’hanno presentato come un problema. Oggi ci sta dando tantissimo e ha trasformato le lacrime nella gioia più grande della mia vita».

In occasione dei mondiali la famiglia, che gestisce un ristorante a Fara, ha deciso di chiudere il locale, per andare in Austria a tifare per lui. «Saremo una ventina - annuncia la mamma -. Michael avrà il suo fan club».

Marialuisa Duso

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