Nella stanza di due metri per tre in cui da qualche mese la vita lo ha relegato, vige l'ordine e la pulizia di chi sa prendersi cura della sua casa e della sua roba.
Anche quando la casa è un ex sportello bancario occupato abusivamente assieme a un compagno di sventura africano, e la roba - un paio di giacche invernali, una tuta e una t-shirt, un cappello di panno e delle ciabatte da doccia - può essere stipata velocemente in uno zainetto nel caso in cui si renda necessario svignarsela in fretta.
Abbiamo incontrato Carlo, 45enne piemontese, disoccupato e senza fissa dimora, sbarcato nel vicentino 7 anni fa per inseguire un amore che è durato il tempo di un'illusione, all'interno del complesso La Torre dove, fino al 2013, era attivo un istituto bancario. Da almeno 3 mesi, Carlo vive al primo piano dell'exbanca dove sono state ricavate due camere da letto e un angolo cottura, proprio accanto al bagno e alla sala con vista sulla periferia thienese e sulla discarica di immondizia in cui il retro dell'ex albergo si è ormai trasformato.
Le scarpe rimangono tassativamente fuori dalla porta della camera da letto, così come l'ombrello bagnato, piatti e pentole puliti sono impilati sopra a un mobile, giacche e magliette sono appese alle grucce, mentre una molto ben rifornita cassetta degli attrezzi porta a pensare a qualche attività non proprio legale anche se lui assicura che li usa solo per «fare alcuni lavoretti nello stabile». Se non fosse per l'odore acre di urina e feci - nello stabile manca l'acqua corrente mentre per l'elettricità è stato creato un collegamento abusivo che alimenta stufa, lampada, televisore e telefonini - l’alloggio assomiglierebbe a quello di un universitario fuori sede.
«In città si sa che, in caso di bisogno, si può venire all'ex hotel La Torre», spiega Carlo, che fino a qualche anno fa faceva il muratore in una nota impresa cittadina. «Dopo che ho perso il lavoro e l'appartamento in cui abitavo, non ho avuto altra scelta che trasferirmi qui. Però ho deciso di sistemarmi all'interno della banca perché di là, nell'albergo, è uno schifo, tanto che ormai non ci va più nessuno per la sporcizia. Ho chiesto alla Caritas della parrocchia di San Sebastiano, dove vado a prendere la borsa della spesa, di aiutarmi a trovare un'altra sistemazione ma anche loro sono in difficoltà. Ho parlato con i servizi sociali, ma per il momento non c'è via d'uscita. L'alternativa è quella di vivere nella sala d'attesa della stazione, però credo sia meglio qui, lontano dagli occhi della gente, così non do fastidio a nessuno».