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«Qui solo veneti». È stalking razziale

I condomini sono spesso luogo di litigio e frizioni tra condomini. Fino a raggiungere lo stalking
I condomini sono spesso luogo di litigio e frizioni tra condomini. Fino a raggiungere lo stalking
I condomini sono spesso luogo di litigio e frizioni tra condomini. Fino a raggiungere lo stalking
I condomini sono spesso luogo di litigio e frizioni tra condomini. Fino a raggiungere lo stalking

Lei, nel suo condominio vuole solo veneti doc. Un principio che a M.G., 53 anni, residente a Thiene, rischia però di costare caro. Perché la sua personale idea del “qui non passa lo straniero” le è costata un’accusa di stalking condominiale con tanto di aggravante razziale. A muoverla è il pubblico ministero Hans Roderich Blattner che ha chiuso le indagini nei confronti della 53enne. Un passaggio che prelude a una prossima richiesta di rinvio a giudizio. L’inquilina, secondo la procura per anni ha riempito di insulti, offese, minacce e dispetti, una giovane coppia di dirimpettai, lei romena, lui siciliano, che evidentemente, secondo la signora, non avevano il pedigree abbastanza veneto per condividere gli stessi spazi condominiali.

Ma ad aggravare il comportamento della donna, assistita dall’avvocato Gianluca Alifuoco, ci sarebbe anche un pregresso emerso nel corso delle indagini avviate dal sostituto procuratore. Infatti, prima della coppia siculo-romena, nello stesso appartamento avevano abitato dei ragazzi marocchini. Che, puntualmente, a quanto pare avrebbero ricevuto lo stesso trattamento fatto di ripetute molestie e di un comportamento a dir poco molesto.

CANDEGGINA NEI FIORI. Che la vita in quel condominio, avendo per vicina di casa quella donna, sarebbe stata complicata, la coppia di fidanzati lo ha capito quasi subito. Perché le offese, quasi sempre e quasi tutte, a sfondo razziale sono cominciate praticamente subito. Ovvero dal 2012. Il refrain, stando alla denuncia e alle successive indagini della polizia giudiziaria, non variava più di tanto. Della serie: «Vattene, sei una zingara. Sei una prostituta», riferito alla romena; mentre al compagno, di origine siciliana, con le offese la 53enne andava giù decisamente più pesante. Ma alle ingiurie, stando all’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Blattner, l’indagata sarebbe ben presto passata anche ai dispetti come, per esempio, innaffiare i fiori dei due fidanzati con la candeggina. Comportamenti che a un certo punto si sono fatti insopportabili tanto che i due compagni hanno deciso di presentarsi in caserma e di denunciare tutto ai carabinieri.

AGGRAVANTE RAZZIALE. Dopo una lunga e accurata serie di accertamenti il pubblico ministero, una volta riordinate le carte, qualche giorno fa, ha chiuso le indagini contestando alla 53enne oltre allo stalking condominiale anche l’aggravante di avere violato la legge Mancino (emanata nell’aprile 1993 dall’allora ministro dell’Interno). Che punisce con la reclusione fino a un anno e sei mesi o con la multa fino a 6 mila euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi; oppure con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Insomma la vicina di casa per i suoi comportamenti emersi dalle indagini, se dovesse essere rinviata a giudizio, rischia una pena piuttosto pesante. E anche dal punto di vista morale, se le accuse dovessero essere confermate in sede processuale, non è che ci sarebbe molto di cui vantarsi. Salvo non si pensi che in un condominio, e a questo punto pure altrove, siciliani e romeni non abbiano diritto di cittadinanza.

Matteo Bernardini

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