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Pizzicato il furbetto dell’alloggio Ater

La polizia locale è stata incaricata dal Comune di effettuare le verifiche nell’appartamento.  STELLA-CISCATOL’alloggio Ater in questione è in un edificio in via delle Rose 4.  CISCATO
La polizia locale è stata incaricata dal Comune di effettuare le verifiche nell’appartamento. STELLA-CISCATOL’alloggio Ater in questione è in un edificio in via delle Rose 4. CISCATO
La polizia locale è stata incaricata dal Comune di effettuare le verifiche nell’appartamento.  STELLA-CISCATOL’alloggio Ater in questione è in un edificio in via delle Rose 4.  CISCATO
La polizia locale è stata incaricata dal Comune di effettuare le verifiche nell’appartamento. STELLA-CISCATOL’alloggio Ater in questione è in un edificio in via delle Rose 4. CISCATO

Per due anni si è allontanato dall'alloggio popolare che gli era stato assegnato dall'Ater, facendo ritorno di tanto in tanto per non perdere il beneficio di cui godeva. Un viavai dal Belgio, dove si era nel frattempo trasferito, scoperto dal comando di polizia locale Nordest Vicentino nell'aprile 2016 e sfociato solo ora nella revoca dell'alloggio che non appena verrà liberato sarà riassegnato a una delle 200 famiglie in lista d'attesa. Teatro della vicenda il civico 4 di via delle Rose a Thiene, appartamento di proprietà dell'Ater di Vicenza assegnato a un cittadino straniero e alla sua famiglia. Un inquilino resosi ad un certo punto irrintracciabile, tanto che nel marzo 2016 l'Ater comunica al Comune che «già da qualche tempo si sarebbe allontanato dall'alloggio senza chiedere alcuna autorizzazione in proposito», chiedendo agli uffici comunali di predisporre gli opportuni accertamenti. Le verifiche vengono compiute dagli agenti della polizia locale Nordest Vicentino che nel verbale confermano i timori dell'Ater: «Le persone oggetto dell'accertamento risultano essersi trasferite in Belgio e ritornano a Thiene solo se “stimolate” da qualche fattore esterno. In questo caso la permanenza sul suolo italiano è solo temporanea al fine evidentemente di mantenere qualche presumibile vantaggio economico derivante dalla titolarità di alloggio popolare». Il Comune decide dunque di inviare una lettera all'inquilino per chiedere spiegazioni, ma non ottiene risposta. Ritorna quindi in campo la polizia locale che nel febbraio 2017 effettua un nuovo sopralluogo al civico 4 di via delle Rose, riconfermando quanto già appurato l'anno prima e sollevando un nuovo dubbio: «Appare possibile che i vicini di casa siano stati informati su cosa rispondere a fronte dei nostri accertamenti e di avvisare al verificarsi degli stessi. Analogamente si presume che la nostra presenza reiterata nell'ultimo anno abbia variato le abitudini della famiglia “costringendo” gli interessati ad alcuni viaggi aggiuntivi dal Belgio o dal Marocco verso Thiene al fine di dimostrare la loro presenza nel territorio comunale». Nel maggio 2017 la commissione alloggi Ater invia all'inquilino “fantasma” una raccomandata per chiedere nuovamente spiegazioni, ma questa torna al mittente. Entra così in scena il messo comunale che a luglio 2017 si presenta alla porta dell'alloggio dove ad aprire è il figlio. Nel giro di pochi giorni arriva all'Ater, da parte del padre di famiglia, la richiesta di cambiare intestazione al contratto a favore del figlio. Una richiesta che a settembre l'Ater prende in considerazione, chiedendo tuttavia all'inquilino di chiarire la composizione del nucleo familiare che avrebbe occupato l'alloggio, senza ottenere risposta per ben sette mesi: da settembre 2017 a marzo 2018 nessuno presenta all'azienda la documentazione. Solo lo scorso 3 marzo l'Ater avvia l'iter per la decadenza dall'assegnazione nei confronti dell'inquilino “fantasma”, affidando al Comune il compito di emettere l’ordinanza e di assicurarsi che l'alloggio venga liberato, da eventuali persone o cose, entro 90 giorni. «Tutti gli uffici competenti, in primis Ater, hanno lavorato insieme per attivare le misure necessarie a risolvere la vicenda - spiega Andrea Zorzan, assessore al sociale -. Non è l'unico caso in città di uso improprio di un immobile pubblico: abbiamo già avviato la procedura per liberare un alloggio comunale assegnato per tre mesi a una famiglia in emergenza abitativa che, nonostante sia già scaduto il periodo concordato, non vuole andarsene». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandra Dall’Igna

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