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«Pista a Vicenza? Un danno per tutti c’è già il Ferrarin»

La torre di controllo dell’aeroporto Ferrarin di Thiene. Ci sono progetti per il suo sviluppo. ARCHIVIO
La torre di controllo dell’aeroporto Ferrarin di Thiene. Ci sono progetti per il suo sviluppo. ARCHIVIO
La torre di controllo dell’aeroporto Ferrarin di Thiene. Ci sono progetti per il suo sviluppo. ARCHIVIO
La torre di controllo dell’aeroporto Ferrarin di Thiene. Ci sono progetti per il suo sviluppo. ARCHIVIO

Nome in codice: LIDH (codice Icao, l’associazione internazione dell’Aviazione civile). Tratti salienti: pista in erba di 1.200 metri. Caretteristiche: «all’avanguardia da un punto di vista sia funzionale sia estetico». L’aeroporto Ferrarin di Thiene è tra i fiori all’occhiello dell’Amministrazione comunale. «L’esercito americano tempo fa ha effettuato una ricognizione, presto vedremo gli esiti della loro visita», spiegano all’unisono l'assessore con delega all’aeroporto Giampi Michelusi e Giovanni Gasparotto, presidente dell’aeroporto. Gli americani, dunque. E dunque la base militare di Vicenza contigua all’ex aeroporto del capoluogo. Quel Dal Molin (ora base Del Din) la cui pista è stata demolita nel 2009 e sulla quale l’assessore berico Claudio Cicero è tornato a volare, neanche tanto metaforicamente, con l’obiettivo di attivare nel futuro parco della Pace una nuova aviosuperficie. Un’idea che la torre di controllo di Thiene ha accolto con un sobbalzo. «Fermo restando che ognuno in casa propria fa quello che vuole - l’analisi di Michelusi - va ricordato che i due aeroporti distavano tre minuti di volo l’uno dall’altro». Un messaggio forte e chiaro, dunque, quello che si libra da Thiene. «Due realtà simili tanto vicine potrebbero andare incontro ad una concorrenza che alla fine minerebbe i bilanci di entrambe». Per come la vedono al Ferrarin, una possibile aviosuperfice a Vicenza costituirebbe una replica di ciò che a pochi chilometri di distanza funziona già. «E bene. Siamo in una posizione centrale rispetto la provincia - articola Gasparotto - Il nostro è poi un ruolo nevralgico non solo per Vicenza ma anche per il bacino del Veneto. Siamo già sede dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile e possiamo ospitare mezzi aerei di soccorso». Due dipendenti, 20 mila atterraggi e decolli all’anno, un bilancio positivo che lo scorso anno ha portato in cassa un utile di circa 80 mila euro lordi. Tra i progetti imminenti la costruzione di un nuovo hangar di 1.200 metri quadrati e il potenziamento dell’officina. Sogno proibito, ma mica tanto, la sostituzione della pista in erba con una in cemento. Costo previsto intorno al milione e mezzo di euro. «Servirebbe a dirottare qui un traffico aereo privato di maggiore qualità e valore», spiega Gasparotto. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Andrea Mason

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