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Parchi con giochi
vietati ai cani
L’Enpa non ci sta

Polemica per il regolamento comunale sul tipo di accesso dei cani nelle aree verdi. STUDIOSTELLA-CISCATO
Polemica per il regolamento comunale sul tipo di accesso dei cani nelle aree verdi. STUDIOSTELLA-CISCATO
Polemica per il regolamento comunale sul tipo di accesso dei cani nelle aree verdi. STUDIOSTELLA-CISCATO
Polemica per il regolamento comunale sul tipo di accesso dei cani nelle aree verdi. STUDIOSTELLA-CISCATO

Avrebbe dovuto mettere la parola fine alla “guerra” tra Comune ed Enpa, sull'annosa questione del divieto di ingresso dei cani nei parchi di Thiene. Invece il nuovo regolamento comunale, che consente l'accesso agli animali in tutte le aree verdi cittadine ad esclusione di quelle attrezzate e che prevede anche precise regole per la pulizia della pipì degli animali, ha riacceso le ostilità.

Almeno da parte dell’Enpa, che ieri ha dato vita a una protesta social invitando i cittadini a “sommergere” il sindaco Gianni Casarotto e il nostro Giornale di mail di protesta contro l'ordinanza pubblicata in questi giorni.

«È un'ordinanza terribile per i divieti di ingresso ai cani che impone», ha scritto la presidente Federica De Pretto sulla pagina social dell'Enpa. «Siamo esterrefatti, arrabbiati, delusi dalla pochezza di questa Amministrazione thienese. Pulire è assolutamente necessario e obbligatorio, ma mentre noi svuotiamo i canili, il Comune fa di tutto per mettere in difficoltà i proprietari di cani».

Fino allo scorso ottobre, a Thiene vigeva il divieto assoluto di accesso ai cani nei parchi. Divieto in contrasto con la normativa regionale, tanto che l'Enpa aveva minacciato un ricorso al Tar nel caso in cui il Comune non avesse modificato le regole. Detto fatto. Il nuovo regolamento, entrato in vigore in questi giorni ma in possesso di Enpa già da ottobre, prevede tuttavia non solo l'accesso ai cani in tutte le circa 100 aree verdi della città, ad eccezione di 22 parchi con giochi, ma anche alcuni obblighi per i proprietari tra cui, oltre alla rimozione delle deiezioni solide, anche la pulizia di quelle liquide attraverso l'uso di una bottiglietta di acqua per diluire la pipì e la necessità di «intervenire, quando possibile, per far desistere il cane dal lordare luoghi pubblici». Tradotto: se il cane sta per fare la pipì su una vetrina o la cacca davanti alla porta di una casa, meglio usare il guinzaglio per guidarlo in un luogo più appartato.

Alla pubblicazione dell'ordinanza, l'associazione animalista ha invitato i cittadini a mandare al sindaco un messaggio forte e chiaro: «Questa ordinanza è una vera e propria discriminazione alla libertà di movimento, penalizzante per i proprietari di cani e per gli stessi animali cui si negano anche i minimi diritti. Per colpa di pochi, la stragrande maggioranza di proprietari con alto senso civico è sottoposta a veri e propri controlli vessatori».

«Il problema per l’Enpa è che si deve pulire dove il cane sporca? Mi sembra solo una regola di buon senso» ha replicato il sindaco Casarotto. «Credo sia il minimo pretendere un comportamento simile - ha aggiunto - da chi porta il proprio cane in città, così come pretendiamo che i cittadini non gettino i mozziconi a terra, non urinino sui muri e non sputino per terra. Ritengo questo regolamento molto valido perché da una parte abbiamo consentito ai cani di accedere ad aree verdi fino a due mesi fa vietate e dall'altra coinvolto maggiormente i proprietari nella pulizia della nostra città».

«Sinceramente questa reazione mi sembra esagerata e anche fuori tempo - ha aggiunto l'assessore Alberto Samperi - dato che abbiamo consegnato all’Enpa l'ordinanza ad ottobre e i toni delle loro richieste non erano di certo questi. Ci è stato chiesto di aprire qualche parco in più, e con Villa Fabris lo abbiamo fatto, e di limitare la pulizia dell'urina solo al centro, richiesta che invece non abbiamo accolto».

Alessandra Dall’Igna

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