<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Ora la gestione dei profughi passa ai Comuni

L’incontro dei sindaci dell’Ulss 4, nell’agosto 2015 a Sarcedo, sul piano di gestione dei profughi. ARCHIVIO
L’incontro dei sindaci dell’Ulss 4, nell’agosto 2015 a Sarcedo, sul piano di gestione dei profughi. ARCHIVIO
L’incontro dei sindaci dell’Ulss 4, nell’agosto 2015 a Sarcedo, sul piano di gestione dei profughi. ARCHIVIO
L’incontro dei sindaci dell’Ulss 4, nell’agosto 2015 a Sarcedo, sul piano di gestione dei profughi. ARCHIVIO

Dalla “politica dei materassi” ad un progetto concreto, chiaro e soprattutto lungimirante. È realtà il nuovo “Sprar”, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati rispolverato la scorsa estate dal ministero dell'Interno e tornato ad essere – il rilancio è appena partito - strumento principale, presto l'unico, per la gestione dell'immigrazione sul territorio italiano.

Ad inaugurare il nuovo corso in materia di accoglienza, e non poteva essere altrimenti, è ancora una volta l'Alto Vicentino, terra di protocollo d'intesa e di quote nell'assegnazione di migranti che già aveva fatto scuola nell'estate 2015 con l'adesione di 24 Comuni dell'Ulss 4.

IL PROGETTO. Presa ad esempio dall'Anci e studiata dal Viminale, l'esperienza dei paesi dell'1 per mille (la proporzione tra richiedenti asilo e residenti) lascia ora il posto alla revisione dello “Sprar” che è entrato in funzione, come spiega il sindaco di Santorso, già da anni capofila del progetto Oasi, «per consentire ai Comuni di uscire finalmente dalla gestione delle Prefetture». Per le 12 Amministrazioni municipali che nel 2014 avevano aderito all'iniziativa “Sprar” - oltre a Santorso, ci sono Thiene, Schio, Marano, Malo, Monte di Malo, Valli del Pasubio, San Vito di Leguzzano, Caltrano, Chiuppano, Carrè e Lugo - si apre infatti ora la fase del coordinamento diretto di profughi e cooperative. Semplificando di molto quella che è materia complicata, gli enti comunali riceveranno direttamente i fondi strutturali del Ministero per coprire tutto ciò che concerne l'accoglienza, potranno contare sull'invio di rifugiati “veri” e avranno la certezza che, oltre al numero concordato, non sarà assegnata nemmeno una persona in più.

LE REGOLE. «Si chiama clausola di garanzia e su questo il Ministero e anche la Prefettura sono stati chiari - assicura il primo cittadino di Santorso Balzi che, da sindaco capofila, è in attesa di capire quale sarà la proporzione numerica - Potrebbe essere nell'ordine dell'uno, due, forse due e mezzo ogni mille abitanti, staremo a vedere». Di certo c'è che, i 39 posti “Sprar” del 2014, sono oggi divenuti 72 e aumenteranno man mano che i Comuni, sempre spontaneamente, aderiranno. Attualmente i richiedenti asilo nell'Alto Vicentino, nel circuito di Comuni aderenti al protocollo per l'accoglienza diffusa, sono circa 300: «L'obiettivo è far entrare i firmatari dell'accordo nel nuovo “Sprar” e spostare tutti i migranti in questo piano. Nel nostro caso a Santorso puntiamo a liberare l'hotel Duca D'Este, dove ci sono ancora 28 persone».

I SINDACI. In vista di un incontro aperto ai primi cittadini, l'iniziativa viene accolta con favore nell'Alto Vicentino: «Ora avremo un modello di accoglienza strutturato, che ci consentirà di utilizzare maggiore controllo su chi arriva – commenta il sindaco di Marano Piera Moro – Noi attualmente abbiamo 12 profughi in paese e, dal punto di vista numerico, non dovrebbe cambiare nulla». Sulla questione interviene anche il collega di Caltrano Marco Sandonà, che ci tiene a precisare un concetto chiaro: «L'ospitalità diffusa funziona già, speriamo ora che aumentino i posti, per poter garantire - conclude Sandonà - il passaggio di tutti i richiedenti asilo nel programma». Un auspicio anche di altri primi cittadini.

Giulia Armeni

Suggerimenti