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«No ai centri commerciali
Negozi al buio per tre sere»

Per tre sere vetrine spente e negozi in protesta. STUDIOSTELLA-CISCATO
Per tre sere vetrine spente e negozi in protesta. STUDIOSTELLA-CISCATO
Per tre sere vetrine spente e negozi in protesta. STUDIOSTELLA-CISCATO
Per tre sere vetrine spente e negozi in protesta. STUDIOSTELLA-CISCATO

Le vetrine del cuore di Thiene rimarranno al buio per tre sere in segno di protesta contro l'avanzata dei centri commerciali e «il tacito benestare di Regione e Comune». La rivolta dei negozianti, capeggiata da Renato Corrà, presidente dei commercianti del centro storico per il mandamento di Confcommercio, andrà in scena domani, venerdì e sabato.

A partire dalle 19.30, circa 120 negozi spegneranno le luci ed esporranno un manifesto nel quale daranno voce alle loro ragioni, tra cui bloccare la grande distribuzione nell'area Carrefour-Mofer.

Ma il motivo scatenante di questa serrata è la decisione dell'Amministrazione Casarotto di trasferire i 2.700 metri quadrati commerciali delle ex distillerie Fabris all'interno del Parco sud. «Per l'Amministrazione Busetti la riqualificazione delle ex distillerie doveva essere un “motore” per il centro - spiega Corrà - poi però il progetto non è andato in porto per problemi di viabilità. A quel punto bisognava cancellare la capacità edificatoria e non trasferirla al Parco sud per creare l'ennesimo polo commerciale in periferia mentre il centro storico si desertifica. Thiene conta la presenza di 43 mila metri quadri di grande distribuzione, cui andranno a sommarsi altri 32 mila metri quadri di grandi strutture commerciali nei prossimi anni. Con questa protesta vogliamo far capire all'Amministrazione che è necessario privilegiare il piccolo commercio e vedere il centro città come attrattore turistico». Per il sindaco Gianni Casarotto, il problema della crisi del commercio è variegato e non va imputato soltanto alla sempre maggior presenza di medie e grandi strutture di vendita.

«Negli ultimi anni il commercio ha fatto un cambio epocale - afferma il primo cittadino - e vari fattori, come le vendite online o gli affitti alti, hanno di certo contribuito a penalizzare molti commercianti. Il Comune poi ha le mani legate contro una legge regionale che consente l'apertura indisturbata di strutture di 1.500 metri quadri. Per quanto ci riguarda, abbiamo sempre cercato di agevolare il commercio al dettaglio del centro storico non solo bloccando progetti che lo avrebbero minacciato, come la riqualificazione dell'ex lanificio Ferrarin, ma anche promuovendo eventi e iniziative che portassero gente in centro città».

«Il commercio di Thiene non è solo quello del centro storico - precisa l'assessore Alberto Samperi - e dai dati forniti dalla Camera di commercio risulta che nel 2016 c'è stato un incremento del 4,4% degli addetti che lavorano a Thiene, la maggior parte dei quali concentrati proprio in questo settore».

Alessandra Dall’Igna

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