<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Nel paese dove il potere logora le donne

Sara MiglioriniVania MattielloKetty GenovaLe donne a quanto pare non sono interessate alla politica attiva
Sara MiglioriniVania MattielloKetty GenovaLe donne a quanto pare non sono interessate alla politica attiva
Sara MiglioriniVania MattielloKetty GenovaLe donne a quanto pare non sono interessate alla politica attiva
Sara MiglioriniVania MattielloKetty GenovaLe donne a quanto pare non sono interessate alla politica attiva

Poche, inesperte e non adatte al ruolo. Risultato, tutte bocciate alla prova del colloquio.

È fallito il tentativo del Comune, per quanto innovativo, di reclutare un assessore “rosa” per completare la compagine di giunta (in seguito alle dimissioni dell'ex vicesindaco Elisa Carollo), mediante bando pubblico.

Lavoratrici, mamme, mogli, domestiche, cuoche e pure impegnate nella vita pubblica. Doti multitasking del gentil sesso che spesso però non sono sufficienti e, dovendo scegliere, le donne rinunciano quasi sempre all'impegno pubblico e alla possibilità di una carriera politica.

Così, nei ruoli chiave a livello nazionale ma anche nelle realtà locali dei consigli comunali, ragazze e donne politicamente impegnate, dalla carica di sindaco al ruolo di consigliere, latitano.

Nemmeno una decina le candidature arrivate al sindaco Robertino Cappozzo, che a novembre aveva dato il via alla ricerca di donne, non necessariamente residenti in paese, diplomate e disponibili a dedicare almeno un paio d'ore al giorno, fine settimana compresi, a pubblica istruzione, lavoro, personale, attività produttive e alla delega, certo onerosa, del bilancio. Il tutto per un compenso da assessore esterno di 236,51 euro lordi al mese.

«Forse a queste condizioni il gioco non vale la candela – ipotizza Ketty Genova, 28 anni – io da ballerina e titolare di una scuola di danza ho altri interessi e probabilmente anche le altre donne, soprattutto quelle della mia età, non hanno tempo da dedicare alla politica».

«Per fare l'assessore bisogna esserci portate e per quanto mi riguarda non era un mio interesse», le fa eco Sara Migliorini, che gestisce con la mamma Stefania un negozio di alimentari in paese. «Avevamo saputo che c'era questa possibilità, ce l'avevano detto alcune clienti ma poi non ho sentito più nulla – prosegue mamma Stefania – certo è che una donna, prima di dare la sua adesione, ci pensa due volte, perché o le cose si fanno bene o non si fanno proprio».

Su questa linea anche la signora Vania Mattiello che ammette però di non aver nemmeno saputo che mancasse un assessore: «Forse non è stato divulgato correttamente il bando o forse me lo sono persa. Quanto alla scarsa partecipazione è comprensibile che le donne abbiamo certo più impegni di un uomo, tra lavoro, casa e famiglia e soprattutto danno la loro disponibilità in modo consapevole».

E gli uomini, che ne pensano dell' “assenteismo” femminile dai ruoli pubblici? Nulla, a quanto pare.

Dallo sportivo al gestore del bar, per tutti la risposta è una sola: «Si, sapevo che cercavano una donna assessore ma, sinceramente, non saprei davvero che dire sull'argomento».

Giulia Armeni

Suggerimenti