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Molina

Lascia tre figli
l’operaio morto
in bicicletta

Il luogo dell'incidente e l'uomo che ha perso la vita
Il luogo dell'incidente e l'uomo che ha perso la vita
Il luogo dell'incidente e l'uomo che ha perso la vita
Il luogo dell'incidente e l'uomo che ha perso la vita

Marco Billo

La procura ha aperto un’inchiesta sull’incidente stradale che domenica pomeriggio è costato la vita a Udin Gaish, 53 anni, originario del Bangladesh, ma residente a Thiene. Il sostituto procuratore Hans Roderich Blattner ha deciso di disporre il sequestro dei mezzi coinvolti nello scontro e al contempo ha iscritto nel registro degli indagati il conducente della Seicento, un cittadino ghanese di 46 anni residente a Bassano, che ha centrato la bicicletta su cui viaggiava il bangladese. L’ipotesi di reato è di omicidio stradale. Il pubblico ministero ha inoltre disposto un esame esterno sulla salma rinviando così i funerali.

Gli accertamenti serviranno a chiarire la dinamica del l’incidente su cui ci sarebbero ancora diversi aspetti controversi. Nel frattempo gli agenti della Polstrada stanno raccogliendo le testimonianze di chi ha assistito al drammatico urto. Sottoposto all’alcoltest, l’operaio ghanese, al volante dell’utilitaria, è risultato sobrio. Nel suo sangue non c’era la minima traccia di alcol.

«Stava rientrando a casa dopo essere andato a salutare alcuni conoscenti. Lo stavamo aspettando per pranzare assieme. Ma non è mai arrivato» racconta una conoscente che si sta prendendo cura della famiglia di Uddin Gaish, morto domenica pomeriggio a Molina di Malo, lungo la provinciale 48. Originario del Bangladesh, sposato e padre di due femmine e un maschio, viveva a Thiene con la famiglia da oltre 15 anni.

«Aveva telefonato poco prima, per chiedere se i bambini avevano fatto i compiti», racconta un’amica, accorsa nella casa di via San Martino a Thiene, per confortare la moglie di Uddin Gaish, Sultana Parbin. «Era un bravo padre e un amorevole marito, si è sempre impegnato per il bene della sua famiglia», lo ricordano gli amici. «È arrivato nel 2000 in Italia ed è stato uno dei primi bangladesi a trasferirsi a Thiene. Per anni ha lavorato come operaio in un’azienda di Malo, anche se negli ultimi tempi non riusciva a trovare un lavoro».

Nel 2012 l’uomo aveva anche sofferto di problemi cardiaci, superando un infarto. «A breve avrebbe ottenuto la cittadinanza italiana. Era felice di vivere a Thiene e si era integrato molto bene, come i figli e la moglie, pur mantenendo un forte contatto con la comunità bangladese della zona». I famigliari stanno attendendo il nulla osta per poi eseguire una cerimonia di commiato all’ospedale di Santorso, dove è custodito il corpo. La salma, infine, verrà trasferita in Bangladesh, dove si svolgeranno i riti funebri. «La famiglia di Udin sta affrontando delle difficoltà economiche e, dopo quanto accaduto, forse sarà costretta a rientrare nel paese di origine», concludono gli amici. «Questa tragedia ha sconvolto tutti».

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