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L’Islam in piazza
«Noi senza velo
così ci ribelliamo»

Da italiani e musulmani un solo “no” alla violenza dopo la strage di Parigi. FOTO STELLA CISCATO
Da italiani e musulmani un solo “no” alla violenza dopo la strage di Parigi. FOTO STELLA CISCATO
Thiene, fiaccolata per la pace (Ciscato)

THIENE. Campane a festa e lumini rossi, fratellanza e solidarietà contro morte e terrore. In silenzioso corteo, illuminati solo dalla luce delle candele, hanno marciato nel centro di Thiene per manifestare vicinanza alle vittime degli attentati di Parigi e a tutti i morti per mano di terroristi nel mondo. Una fiaccolata per la pace come la città non vedeva da tempo, che ha riunito sotto la stessa bandiera, l’unica ammessa, musulmani e cristiani, giovani, anziani, bambini, di tutte le correnti politiche e di tutte le estrazioni sociali. Almeno cinquecento le persone che, da piazza Chilesotti, hanno sfilato per piazzetta Rossi, in galleria e in corso Garibaldi, arrivando davanti al municipio.

«Siamo qui perché condanniamo l’Isis, non ha nulla a che vedere con la nostra religione. Noi, i musulmani veri, siamo persone rispettose, che lavorano e vivono pacificamente in Italia e a Thiene», raccontano alcuni ragazzi del Bangladesh. «I nostri figli vanno a scuola e partecipano a tutte le iniziative, a noi il Natale piace perché è un momento di festa e tutte le occasioni per stare insieme sono ben accette».

«Mio figlio partecipa alla recita scolastica – gli fa eco Ouahba, tunisina – non c’è alcun problema, certo qualcuno osserva i precetti dell’Islam in modo più rigido, ma è una minoranza». Lei, in Italia da tanti anni, non porta il velo («non è importante, non è fondamentale») e come lei neppure l’amica Fatima, dal Marocco: «È vero, il corano dice che la donna deve coprirsi per non provocare l’uomo, ma ognuno poi ne dà l’interpretazione che vuole. Io – spiega Fatima, che mostra senza problemi i ricci corvini – non bevo e non mangio carne di maiale, sono musulmana nel mio cuore, ma non credo che l’uomo comandi sulla donna e fortunatamente in tante stanno cambiando mentalità, grazie allo studio e al lavoro, ma ci sono ancora donne islamiche che obbediscono al marito e non escono nemmeno di casa».

Proprio per questo, consapevoli che la strada della parità dei diritti è ancora lunga e piena di ostacoli, Ouahba, Fatima e una terza amica algerina, Habiba, hanno creato l’associazione rosa “Donne Insieme”, un circolo di aiuto e ascolto, ancora in cerca di una sede, riservato solo a donne, in particolare islamiche: «Alcune di loro, anche a Thiene, non possono uscire e vedono solo figli e marito, in questo modo, essendo solo tra donne, avrebbero la possibilità di parlare e sfogarsi, trovando anche il sostegno di psicologi ed esperti».

Non c’erano solo musulmani ieri in piazza, anzi: ben più numerosi gli italiani, pronti a sfilare per la pace. «Ho saputo in chiesa della fiaccolata e, visto il momento, mi sembrava giusto partecipare», racconta Lucia Pavanati. A sfidare il freddo anche Daniela Laghetto e Luigina Duso: «Conoscersi e condividere è l’unica strada per abbattere i pregiudizi, oggi siamo qui per questo».

In prima linea, accanto alle associazioni islamiche, i rappresentanti della Diocesi, l’arciprete don Livio Destro, don Fidenzio Nalin, don Nicola Salandin e il vicario foraneo don Antonio Guarise. Proprio don Antonio, che a settembre aveva concesso i locali della parrocchia del Santo ai musulmani dell’Alto vicentino per celebrare la “Festa del sacrificio”, sollevando non poche polemiche tra gli abitanti, ha voluto ricordare la lunga tradizione di dialogo tra la città di Thiene e le associazioni islamiche “Il Futuro” e “Averroè”: «Da anni collaboriamo con le associazioni dando loro anche gli spazi quando ce n’è bisogno e per questo oggi è venuto naturale radunarsi in piazza per manifestare in favore della pace, alla luce dei terribili fatti di Parigi».

Giulia Armeni

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