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Il veto sui profughi
«La Lega non detti
la linea ai sindaci»

L’hotel a 4 stelle Canova di viale della Repubblica
L’hotel a 4 stelle Canova di viale della Repubblica
L’hotel a 4 stelle Canova di viale della Repubblica
L’hotel a 4 stelle Canova di viale della Repubblica

«Giuliano Stivan? A quanto mi risulta è sempre leghista, ma non un “integralista”. Non per niente siamo stati tutti d’accordo a livello di giunta nel far partire la richiesta di adesione allo Sprar, per la quale dovremmo avere una risposta a breve. Se ora dovesse cambiare qualcosa dopo le indicazioni del Carroccio provinciale, non è dato sapere».

Non fino a quando, come prova a spiegare il vicesindaco di Sandrigo Antonio Rigoni, il primo cittadino stesso non si pronuncerà apertamente sul diktat del direttivo provinciale della Lega Nord, che impone agli amministratori tesserati di non aderire al progetto Sprar.

Un veto su qualsivoglia forma di accoglienza che accende inevitabilmente i riflettori su Sandrigo, Comune ufficialmente apartitico ma guidato da un sindaco di conosciuta fede leghista.

E in attesa di capire su quali posizioni si orienterà Stivan, ieri irraggiungibile telefonicamente, a fornire una prima versione è il vice, nonchè assessore alla sicurezza, Giovanni Rigoni.

«Da tempo siamo concordi sulla necessità di entrare nel programma di protezione e Giuliano è sempre stato in linea con noi, se dovesse cambiare idea valuteremo, anche se ha già dimostrato, come nel caso dei bacini di laminazione, di non dipendere dalla Lega Nord nelle sue decisioni».

Del resto per Rigoni, con il cuore molto più a sinistra, «non però nel Partito Democratico attuale, in cui non mi riconosco», i meccanismi partitici sono alla base di tanti e diversi problemi. «La politica - non ha dubbi- rovina sempre tutto».

E di questioni aperte e urgenti Sandrigo ne ha già più che a sufficienza, con i suoi quasi 200 richiedenti asilo da più di un anno ospiti fissi in paese. «Se abbiamo chiesto di entrare nello Sprar è perché intendiamo riuscire a liberare i due alberghi ( l’ex Ginia e il quattro stelle Canova, ndr), dove si trovano rispettivamente una sessantina e circa 114 rifugiati, che oscillano a seconda degli arrivi». Numeri da record per un territorio da 8600 abitanti che, per quanto ospitale e solidale, a più riprese ha manifestato insofferenza per la massiccia presenza straniera.

E proprio rispondendo alle istanze dei suoi concittadini, preoccupati soprattutto dalla destinazione dell’ hotel Canova, la sezione sandricense del Carroccio aveva messo in piedi la scorsa estate una manifestazione contro il business dell’accoglienza.

«La situazione resta sempre delicata - spiega il vicesindaco Rigoni- finora non è successo nulla di grave ma le tensioni non mancano, che sia per presunte aggressioni o per un campetto da calcio “sottratto” dai migranti alla popolazione».

Di qui il tentativo Sprar che, precisa ancora Rigoni, indicherebbe per Sandrigo una “quota” di 20-25 richiedenti asilo al massimo.

«Prima di mettere la parola fine vogliamo però la garanzia che non saranno persone in più oltre alle centinaia che già abbiamo, perché “becchi e bastonati” proprio no».

Giulia Armeni

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