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Il Loverini “scomparso” sarà esposto a Bergamo

Il dipinto del Loverini “riscoperto” nelle sale del Castello di ThieneIeri il quadro ha preso la strada di Gandino dove verrà esposto
Il dipinto del Loverini “riscoperto” nelle sale del Castello di ThieneIeri il quadro ha preso la strada di Gandino dove verrà esposto
Il dipinto del Loverini “riscoperto” nelle sale del Castello di ThieneIeri il quadro ha preso la strada di Gandino dove verrà esposto
Il dipinto del Loverini “riscoperto” nelle sale del Castello di ThieneIeri il quadro ha preso la strada di Gandino dove verrà esposto

Quel quadro era bello da morire. Ma «scomparso». Sconosciuto alla vista degli studiosi e del grande pubblico. Secondo alcuni esperti addirittura «disperso». Non era però stato nè smarrito nè rubato. La tela era semplicemente custodita al Castello di Thiene. Qui “L’ultimo saluto di Bartolomeo Colleoni alla salma della figlia Medea”, dipinto del 1871 del pittore lombardo Ponziano Loverini, aveva da sempre trovato la sua casa. Fin dall’acquisto da parte della famiglia Colleoni, colpita dalla bellezza ed intensità del dipinto che si era meritato il primo premio dell’esposizione Biennale dell’Accademia Carrara. Così l’opera, già nel 1871, era finita lontano da occhi indiscreti. Non se ne conoscevano illustrazioni se non una vecchia foto in bianco e nero e il bozzetto, già riprodotto nel corso dell’ultima tornata di ricerca sull’artista nel lontano 2004. Dunque oggi la sua visione ha tutti i contorni di una autentica scoperta. Ieri il quadro è tornato a viaggiare. L'opera(197x172 le misure), concessa dalla famiglia di Thiene andrà a far parte della mostra "Loverini profano ritrovato, 1929-2019” al Museo della Basilica di Gandino, in provincia di Bergamo. Qui la tela, prelevata con molti accorgimenti dai tecnici, resterà in esposizione fino al 10 novembre. L’occasione è data dal novantesimo anniversario della morte dell’autore. La sua riscoperta è avvenuta in maniera casuale. Nel 2016 l'attuale rettore del Museo della Basilica di Gandino, Francesco Rizzoni, si trovava a Thiene per un corso organizzato dal Centro di Restauro di Villa Fabris. Nel programma anche una vista al Castello. Ed è in quell'occasione che il professore individuò in un'opera la firma del Loverini. Una serie di carteggi con la proprietà del Castello, in particolare Francesca di Thiene, andarono a confermare che l'opera in questione era proprio "L'Ultimo Saluto del Colleoni alla figlia Medea". Così la tela scomparsa del Loverini è stata ritrovata (nonostante fosse sempre stata al suo posto) e, alla vigilia dei 90 anni dalla morte dell'artista, è ora pronta per essere esposta. Loverini (Gandino, 1845-1929), direttore della scuola di pittura dell'Accademia Carrara per quasi trent'anni ed esponente di spicco dell'Ottocento lombardo, si era affermato soprattutto come pittore sacro. Aveva infatti eseguito alcune grandi pale per le chiese di Bergamo. «Il dipinto - così è descritto - dal chiaro sapore simbolista, affronta con grande delicatezza il tema della morte, di cui Loverini fu un appassionato interprete. I colori, volutamente tenuti sotto tono, creano sentimenti opposti, divisi tra la drammaticità della morte fisica e l'ascesi dell'anima». Contestualmente, in una sorta di gemellaggio, domenica 22, il Castello celebrerà il pittore con una apertura straordinaria organizzando per le 18 un aperitivo con visita a tema dedicata al Colleoni e all'affascinante mondo dei “Cavalieri. Armi, amori ed intrighi di palazzo” in un evento (necessaria l’iscrizione) ricco di storia e di emozioni. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Andrea Mason

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