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I recuperanti degli aerei abbattuti

L’associazione Dogfight ha rintracciato a Castiglione
delle Stiviere il Messerschmitt pilotato dal sergente
Carlo Bianchini, che sposò poi l’attrice Lea Massari
Roberto Mantiero, del gruppo Dogfight con in mano un reperto del velivolo trovato sotto terraL’attrice Lea Massari che il pilota Carlo Bianchini sposò nel 1966
Roberto Mantiero, del gruppo Dogfight con in mano un reperto del velivolo trovato sotto terraL’attrice Lea Massari che il pilota Carlo Bianchini sposò nel 1966
Roberto Mantiero, del gruppo Dogfight con in mano un reperto del velivolo trovato sotto terraL’attrice Lea Massari che il pilota Carlo Bianchini sposò nel 1966
Roberto Mantiero, del gruppo Dogfight con in mano un reperto del velivolo trovato sotto terraL’attrice Lea Massari che il pilota Carlo Bianchini sposò nel 1966

Dennis Dellai

Dal terriccio spunta un pezzo di metallo arrugginito. L’occhio inesperto distingue qualcosa che ha a che fare con un’arma. E in effetti lo è: si tratta del cannoncino da 20 mm in dotazione ai Messerschmitt tedeschi nella seconda guerra mondiale. In questo caso il modello Bf 109G.

L’emozione sale e il sudore della fatica non è più un problema. Sotto, a cinque metri di profondità, ci sono i pezzi di un’aereo sulle cui tracce si erano messi gli appassionati della Dogfight di Thiene, del gruppo Xplora di Desenzano e della Aircrash Po.

Non è un velivolo qualunque, fra l’altro. A pilotarlo era il sergente Carlo Bianchini, che diventò poi un comandante pilota di Alitalia, ma soprattutto sposò, nel 1966, l’attrice Lea Massari, indimenticata protagonista di tanti film e sceneggiati televisivi del passato.

Bianchini si trovava su un’aereo tedesco perchè nella primavera del 1945 l’esercito nazista era allo stremo e anche la Luftwaffe, la costola dell’aviazione, era stata spremuta fino all’osso. Così gli italiani che avevano deciso di continuare la guerra al fianco di Hitler, in quello che rimaneva dell’esercito di Mussolini, si mettevano alla cloche dei velivoli con la croce uncinata e combattevano gli aerei alleati.

Fu in una delle ultime battaglie, era l’aprile del 1945, che Bianchini si trovò ad affrontare il 317° squadrone del Fighter Group alleato composto da velivoli P51 Mustang di scorta ai bombardieri B25 americani.

Lo scontro avvenne fra il lago di Garda e la provincia di Mantova, dove Bianchini fu abbattuto. Fortuna volle che il pilota riuscì a lanciarsi e a portare a casa la pelle. Altrimenti il suo matrimonio con Lea Massari non sarebbe mai stato scritto.

Erano anni che la Dogfight e gli altri appassionati di archeologia dell’aria davano la caccia al velivolo. «Bisognava individuare il punto esatto dove l’aereo è caduto», dice Roberto Mantiero, del gruppo thienese. C’è voluto tanto tempo, sono state analizzate mappe dell’epoca, sono stati fatti diversi rilievi e finalmente a Castiglione delle Stiviere è stato trovato il luogo dell’impatto».

Sabato, quindi, sono iniziati gli scavi, che hanno dato i loro frutti, fra la soddisfazione dei ricercatori impegnati.

«È un momento difficile da descrivere quando vedi affiorare quei pezzi di storia», dice ancora Mantiero. «È un’emozione unica. Abbiamo trovato, a cinque metri di profondità, pezzi del motore, del cannoncino, la pistola di avviamento e altro materaile interessate».

I reperti più importanti andranno al museo della Repubblica sociale di Salò, mentre gli altri pezzi resteranno a disposizione delle tre associazioni coinvolte nel ritrovamento.

«Li useremo per mostre, conferenze e altre occasioni pubbliche», continua Mantiero.

«Non è la prima volta che recuperiamo velivoli, è una delle nostre specialità. Questo poi aveva un suo interesse per via della storia di Bianchini, che è diventato uno dei primi piloti di Alitalia e ha sposato la Massari. C’era anche un aspetto romantico, se vogliamo. È stato alla cloche di velivoli intercontinentali come i famosi Boeing 737. Ora, dopo questa fatica, stiamo già pensando ad altre missioni. Perchè questa, in fondo, è la nostra missione».

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