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«Ho visto a Dolo l’incidente non pensavo fosse Marco»

Le immagini dello schianto mortale avvenuto martedì sera nell’area di servizio di Arino. VIGILI DEL FUOCO
Le immagini dello schianto mortale avvenuto martedì sera nell’area di servizio di Arino. VIGILI DEL FUOCO
Le immagini dello schianto mortale avvenuto martedì sera nell’area di servizio di Arino. VIGILI DEL FUOCO
Le immagini dello schianto mortale avvenuto martedì sera nell’area di servizio di Arino. VIGILI DEL FUOCO

Si svolgerà domani, alle 9, nella chiesa di Sant'Andrea Apostolo il funerale di Marco Santorso, che ha perso la vita in un incidente stradale mercoledì poco dopo la mezzanotte. Aveva solo 40 anni. Un'esistenza stroncata nel mezzo del suo cammino che ha fatto sprofondare nel dolore la famiglia Santorso, a partire dal padre Gianfranco, assessore al bilancio e ai lavori pubblici, alla mamma Luciana e il fratello Simone. «Non è concepibile perdere un figlio così – ha commentato affranto il padre Gianfranco -. Ancora non riesco a crederci. Mercoledì verso mezzanotte e mezza ho ricevuto una telefonata da mio figlio Simone che si trovava all'aeroporto di Venezia e mi chiedeva come mai non era ancora arrivato nessuno a prenderlo e perché Marco non rispondeva al telefono. A quel punto ho iniziato a chiamare anch'io, ma senza risposta. Così ho deciso di mettermi in auto e raggiungere l'aeroporto. Quando nell'autostrada A4 passando l'area di servizio di Arino di Dolo ho notato che era chiusa per un incidente, ma non ci ho dato peso. Raggiunto Simone, visto che Marco non era ancora arrivato, ho iniziato a preoccuparmi». Lì ha avuto inizio il calvario per Santorso. A un certo punto ha contattato la polstrada. «Mi hanno detto che che mio figlio era stato coinvolto in un grave incidente all'area di servizio di Arino di Dolo – ha proseguito -. Chiedendo come stava, la risposta mi ha fatto crollare il mondo addosso». Inizialmente la procura di Venezia pensava di aprire un'inchiesta sul sinistro, ma quando è arrivata la relazione della polizia stradale che ha confermato che il camion contro il quale è andato a scontrasi Marco Santorso era fermo, parcheggiato nell'area di sosta, tutto è stato archiviato. «Con il nulla osta del pubblico ministero siamo tornati alla cella mortuaria dell'ospedale di Dolo per vestire Marco». «Chi mi preoccupa di più è mio figlio Simone, più piccolo solo di due anni che adorava Marco e lo ha sempre preso d'esempio – prosegue papà Gianfranco –. Non si dà pace, continua a dire che se il fratello è morto è tutta colpa sua perché lo stava andando a prendere all'aeroporto. Lui, infatti, vive in Inghilterra. Difficile fargli comprendere che colpe non ne ha. Avevamo il funerale della nonna materna ed era giusto che anche lui ci fosse». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Silvia Dal Maso

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