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Caldogno

Giro di squillo
dietro l’arrivo
delle profughe?

Aula consiliare gremita per il dibattito che ha riguardato anche la questione profughi. STUDIOSTELLA-CISCATO
Aula consiliare gremita per il dibattito che ha riguardato anche la questione profughi. STUDIOSTELLA-CISCATO
Aula consiliare gremita per il dibattito che ha riguardato anche la questione profughi. STUDIOSTELLA-CISCATO
Aula consiliare gremita per il dibattito che ha riguardato anche la questione profughi. STUDIOSTELLA-CISCATO

Auto che passano, rallentano, si fermano davanti, o poco distante, quello che ormai per tutti i calidonensi è “l'hotel delle profughe”, in via Roma. Forse casualmente, forse per motivi precisi. Per vederci chiaro, la polizia locale dell'Unione dei Comuni ha deciso, negli ultimi giorni, di intensificare i controlli fino a tarda sera. Scopo degli agenti, come spiegato dal comandante Ermanno Pianegonda, è «riuscire ad identificare gli automobilisti che (lo documentano anche alcuni video dei residenti della zona) fanno salire e scendere dalle auto le giovani africane».

E così, durante i primi appostamenti, presenze poco chiare sono già state registrate: in particolare è stato segnalato il passaggio di una vettura, radiata dalla circolazione, risultata essere intestata ad un prestanome di fuori provincia, già possessore di altre 90 vetture. «Non sappiamo chi ci fosse alla guida e stiamo lavorando per capire se dietro a questi movimenti possa nascondersi un giro di sfruttamento della prostituzione, che verrebbe immediatamente denunciato alla Prefettura», spiega il comandante Pianegonda.

Mentre il caso delle 21 nigeriane, ivoriane ed eritree accolte dal 7 luglio nella struttura alberghiera riaperta per l'occasione dopo alcuni anni di chiusura continua a far discutere, la questione è approdata anche in Consiglio con un'interrogazione della minoranza “Caldogno Futura”, che ha chiesto lumi all'Amministrazione sulla situazione e, in particolare, sulla mancata partecipazione del sindaco all'incontro tra prefetto e primi cittadini l'8 giugno scorso.

«Sostenere che le profughe siano arrivate perché non abbiamo preso parte, essendosi appena insediata la giunta, all'incontro dal prefetto è un'accusa falsa e infondata», ha replicato il sindaco Nicola Ferronato che, contrario fin dall'inizio alle modalità con cui il gruppo di richiedenti asilo è stato inviato in paese, ha annunciato poi l'imminente invio di una nota alla Prefettura. «Abbiamo già ribadito il nostro disaccordo sul modo in cui i progetti di accoglienza vengono sviluppati - ha sottolineato il primo cittadino - e ora, visto anche l'insediamento a breve di altri cinque profughi che saranno alloggiati in un appartamento a Cresole, intendiamo dire stop agli arrivi, almeno fino a che anche i Comuni che non hanno ancora accolto non cominceranno a fare la loro parte». Dai sopralluoghi disposti da Ferronato nell'hotel “Marco Polo” è emerso che gli estintori hanno la verifica scaduta nel 2014 e mancano alcuni cartelli di divieto di fumo e le planimetrie, nei corridoi, con le vie di fuga.

Giulia Armeni

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