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Giovani senza un lavoro «Frutto di scelte errate»

Pietro Sottoriva presidente del raggruppamento Alto Vicentino.  CISCATO
Pietro Sottoriva presidente del raggruppamento Alto Vicentino. CISCATO
Pietro Sottoriva presidente del raggruppamento Alto Vicentino.  CISCATO
Pietro Sottoriva presidente del raggruppamento Alto Vicentino. CISCATO

Le professioni più richieste dalle aziende? O, per meglio dire, quelle introvabili? Presto detto: le figure tecniche. Solo quelle più necessarie nelle attività industriali del territorio ma sono anche quelle che si fa più fatica a trovare. Esempi concreti? «I programmatori di macchine a controllo Cnc, i chimici e i softwaristi di Plc». Ma, in ambito meccanico ed elettrico, i timonieri d’impresa hanno «grande fame anche di progettisti». Si tratta di ruoli tutti di primo piano, per quanto riguarda le potenzialità e i progetti di sviluppo aziendale, ma che troppo spesso vengono scartati dai giovani pronti ad affrontare il mondo del lavoro, una volta uscita da scuola, perché considerati usuranti e “sporchi” nel senso che si è a contatto con attrezzature e impianti. «Niente di più sbagliato», conferma Pietro Sottoriva presidente del raggruppamento Alto Vicentino di Confindustria Vicenza. «Si tratta di figure professionali indispensabili per le aziende, ma si fa fatica a trovarle». Colpa delle famiglie o della scuola? Forse bisognerebbe affrontare la questione, da un altro punto di vista. Cioè da quello delle ambizioni e delle aspettative degli studenti facendo scattare in loro la voglia di «affrontare nuove sfide, impegnandosi in mansioni che, proprio per la loro natura, possono garantire gratificazioni derivanti dai risultati ottenuti grazie alle competenze individuali maturate, anche a scuola, in ambito tecnico». È per questo motivo che Confindustria Vicenza, e in particolare il raggruppamento Alto Vicentino, «vuole essere in prima linea mettendosi a disposizione degli istituti scolastici». Dimostrazione è il progetto Its, a cui aderiscono circa 30 aziende associate operanti nei settori meccanico e meccatronico: «L’alternanza scuola-lavoro garantisce buoni risultati, grazie al fatto che metà delle lezioni viene effettuata sul campo, cioè in azienda con l’obiettivo di fornire concrete opportunità per fare pratica puntando a migliorare il grado di specializzazione». E tutto questo grazie alla qualità dei corsi e all’utilizzo di strumentazioni aggiornate dal punto di vista tecnico a differenza di quello che può accadere nei laboratori scolastici, dove non sempre la tecnologia è al passo con i tempi e con le richieste del mercato del lavoro. Sotto l’aspetto del rapporto scuola-lavoro, ribadisce il presidente Sottoriva, gli studenti hanno inoltre «un modo in più per conoscere meglio gli imprenditori e avvicinarsi al mondo delle aziende, grazie al Distretto della scienza e tecnologia realizzato da Confindustria Alto Vicentino per coinvolgere anche i ragazzi con i loro professori». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giancarlo Brunori

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