<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Fine vita, si scelgono le cure in casa

I due terzi dei malati hanno seguito programmi di cure domiciliari associati ad accessi in ospedale.  CISCATOL’assistenza di medici e famigliari è fondamentale per i malati terminali
I due terzi dei malati hanno seguito programmi di cure domiciliari associati ad accessi in ospedale. CISCATOL’assistenza di medici e famigliari è fondamentale per i malati terminali
I due terzi dei malati hanno seguito programmi di cure domiciliari associati ad accessi in ospedale.  CISCATOL’assistenza di medici e famigliari è fondamentale per i malati terminali
I due terzi dei malati hanno seguito programmi di cure domiciliari associati ad accessi in ospedale. CISCATOL’assistenza di medici e famigliari è fondamentale per i malati terminali

Da dieci anni la rete locale di cure palliative dell'Alto Vicentino è al fianco delle persone colpite da una malattia che non risponde più alle cure, per aiutarle ad alleviare il dolore e a garantire loro la migliore qualità di vita possibile fino alla fine. E nel fine vita, la maggior parte dei pazienti sceglie l’assistenza a domicilio vicino ai propri cari pur seguiti dal punto di vista sanitario. In campo c’è l'Unità operativa cure palliative e governo clinico dell'ex Ulss 4, un'equipe composta da medici, infermieri, assistenti sociali, assistenti domiciliari e volontari che con sensibilità e competenza offre ai malati terapie del dolore proporzionate e personalizzate, nel rispetto della dignità e della volontà del paziente. Le cure palliative, garantite dai livelli essenziali di assistenza, affiancano non solo i malati ma anche i loro famigliari, fornendo un percorso di consapevolezza di diagnosi, di accettazione della fase avanzata della malattia e di sostegno e aiuto nelle scelte terapeutiche. Nel 2017 l'Unità ha seguito 885 malati, deceduti nel corso dell'anno, garantendo loro accessi domiciliari degli infermieri e programmi di cure palliative di base e specialistiche. Di questi 885 malati, 321 hanno avuto programmi di cure domiciliari esclusive, mentre 564 malati hanno avuto cure domiciliari associati ad accessi in ospedale. «Inoltre - fa sapere l’Ulss - 110 malati oncologici hanno avuto una valutazione ambulatoriale multidisciplinare con successiva compilazione di scheda per l'inizio di programmi di cure palliative». Per quasi la metà dei malati (385) la morte è avvenuta a casa, mentre per 250 di loro in ospedale, 174 in hospice e 76 in altre in strutture. Il fulcro dell'attività dell'Unità cure palliative è la centrale operativa territoriale, dove arrivano le richieste del medico di medicina generale, dell’ospedale e dell'assistente sociale del Comune a seconda delle situazioni. La centrale coinvolge l'equipe di professionisti che organizza l'Unità valutativa multidimensionale a cui partecipano il medico di famiglia, lo specialista dell'ospedale e, se serve, anche i famigliari del paziente o il paziente stesso. A questo punto viene avviato il piano di assistenza individuale che prevede la miglior risposta in termini di cure e di assistenza che può contemplare un programma di cure palliative, l'assistenza domiciliare integrata o il ricovero in una struttura socio-assistenziale. Le sedi di assistenza domiciliare integrata dell'ex Ulss 4 sono il centro polifunzionale Boldrini di Thiene, la Casa della Salute di Schio e le sedi distrettuali di Arsiero, Breganze, Malo, Piovene e Zugliano. «L'Alto Vicentino è un territorio che ha un profondo rispetto per la dignità delle persone che si avvicinano al fine vita e ha creduto molto nelle cure palliative, ovvero nelle terapie proporzionate alla malattia e alla persona», ha spiegato Amelia Simari medico delle cure palliative e governo clinico dell'ex Ulss 4. «Perché quando il malato finisce la parte di una terapia che non funziona e la sua malattia ha inevitabilmente preso la china dell'incontrollabilità, l'alternativa non è morire male. Il paziente oncologico o con malattie che portano alla morte, come ad esempio la Sla, hanno il diritto - conclude - di scegliere le terapie per lenire il dolore nei confronti di sintomi gravi». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandra Dall’Igna

Suggerimenti