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Evasione, sigilli a un milione

La guardia di finanza di Thiene ha sequestrato una parte del capannone della “Ithitex sas”
La guardia di finanza di Thiene ha sequestrato una parte del capannone della “Ithitex sas”
La guardia di finanza di Thiene ha sequestrato una parte del capannone della “Ithitex sas”
La guardia di finanza di Thiene ha sequestrato una parte del capannone della “Ithitex sas”

Diego Neri La sua azienda non ha pagato, da sostituto d’imposta, le ritenute, e la guardia di finanza gli ha sequestrato l’equivalente. La procura ha aperto un’inchiesta a carico di Diego Dalle Carbonare, 59 anni, residente a Thiene, della nota famiglia di imprenditori tessili: è accusato di evasione fiscale; e le fiamme gialle, su ordine del giudice Massimo Gerace, hanno fatto scattare i sigilli ad una parte dell’immobile dell’impresa “Ithitex sas” di via dell’Agricoltura. Si tratta di un sequestro preventivo, che potrà diventare confisca in caso di condanna. Ma avrà modo di far valere le sue ragioni, e di chiedere al tribunale del Riesame che gli venga restituito il capannone. L’inchiesta della guardia di finanza della tenenza di Thiene era scattata nei mesi scorsi su input del tribunale fallimentare. Sulla scorta delle verifiche, il pubblico ministero Hans Roderich Blattner aveva aperto un fascicolo, ipotizzando che Dalle Carbonare non si fosse comportato correttamente con l’erario. Stando a quanto emerso, infatti, la “Ithitex” - che dà lavoro a 50 dipendenti e si occupa della produzione di filati, tipo lana pettinata, come da tradizione della famiglia, e che oltre alla sede thienese ha un magazzino a Prato - non avrebbe pagato entro le scadenze le ritenute sugli stipendi pagati ai dipendenti per due anni. Nel primo, il 2014, i finanzieri hanno calcolato un ammanco per le casse dell’erario pari a 436 mila euro; e per il secondo, il successivo, pari a 514 mila euro. Complessivamente, quindi, Dalle Carbonare non avrebbe versato poco più di 950 mila euro. In entrambi i casi per gli inquirenti pertanto l’imprenditore ha superato la soglia di punibilità penale, che è stata fissata in 150 mila euro, e quindi - oltre alle conseguenze tributarie per il mancato versamento - è scattata anche l’inchiesta penale. I militari hanno riscontrato i dati delle riscossioni confrontandoli con quelli della contabilità aziendale, indicando la cifra vicina al milione. E, come sempre più spesso avviene per le indagini dei finanzieri del Vicentino, comandati dal colonnello Crescenzo Sciaraffa, è stato chiesto il sequestro preventivo (in altri casi per equivalente) del vantaggio indebito, che per il giudice equivale al risparmio di spesa connesso al mancato versamento. Il giudice lo ha concesso, e le fiamme gialle nei giorni scorsi si sono presentate in azienda per far scattare il blocco. In questa occasione hanno provveduto a sequestrare una quota parte dell’immobile (che rimane comunque nella disponibilità dell’azienda), in base al suo valore, fino alla soglia dei 950 mila euro. Se l’imprenditore risultasse responsabile del reato, scatterebbe la confisca e lo Stato potrebbe vendere all’asta il capannone per “rifarsi” del mancato versamento delle ritenute d’imposta. Dalle Carbonare potrà regolarizzare la sua posizione e difendersi, facendosi interrogare dal magistrato per chiarire la situazione. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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