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«Erano i baristi a rubare nel locale»

Due clienti di un bar che giocano alle macchinette. Quelle del “Pancaffè” sono state aperte tre volte
Due clienti di un bar che giocano alle macchinette. Quelle del “Pancaffè” sono state aperte tre volte
Due clienti di un bar che giocano alle macchinette. Quelle del “Pancaffè” sono state aperte tre volte
Due clienti di un bar che giocano alle macchinette. Quelle del “Pancaffè” sono state aperte tre volte

Erano la barista e il suo compagno a commettere i furti nel locale. La procura ne è convinta, tanto che il pubblico ministero Salvadori, al termine delle indagini, li ha citati a giudizio. Pertanto, Paola Rossi, 27 anni, di Thiene, e Gaetano Mariano, 47, di Vicenza, dovranno presentarsi in aula in autunno. Assistiti dagli avv. Adriano Munari e Massimo Rizzato, devono rispondere di furto aggravato e simulazione di reato. Accuse che entrambi respingono con decisione.

I fatti contestati dal magistrato, al termine delle indagini seguite dai carabinieri della stazione, sarebbero avvenuti fra l’ottobre 2014 e il marzo 2015. All’epoca, Rossi era titolare del bar “Pancaffè” di via del Costo a Thiene, mentre Mariano viene descritto come il compagno.

Il 3 novembre di tre anni fa Rossi si recò in caserma per denunciare il fatto che ignoti erano entrati nel locale fra il 31 ottobre e il 3 novembre; avevano forzato la porta d’ingresso e quindi avevano scassinato una macchinetta videopoker e un cambiamonete; avevano tentato di fare lo stesso con altri due videogiochi. L’allarme era inserito, ma non era entrato in funzione. A nutrire dei dubbi su questa ricostruzione era stato Antonio Costenaro, titolare della “Game service” di Marostica, proprietaria delle macchinette e quindi vittima del furto. Spiegò ai carabinieri del luogotenente Pierluigi Stella che la ditta che la ditta che aveva installato l’impianto d’allarme, da lui commissionato, aveva assicurato che l’impianto funzionava, e che Rossi (che aveva una chiave numerata) l’aveva attivato e disattivato più volte in quei giorni. Per questo aveva deciso di far installare una telecamera all’interno delle macchinette, che riprendesse unicamente in caso di apertura dello sportello che contiene i soldi.

Il 17 dicembre Rossi tornò in caserma, denunciando che i soliti ignoti, fra il 14 e il 15 dicembre, avevano forzato la porta di servizio e quindi tre videopoker. Le immagini della telecamera avrebbero ripreso Mariano che apre lo sportello e, sullo sfondo, Rossi. I due sarebbero stati riconosciuti da due carabinieri.

Un terzo episodio contestato è avvenuto nella notte fra il 25 e il 26 febbraio, con la forzatura di altre tre macchinette; il furto era stato denunciato il 4 marzo successivo; mancavano all’appello 635 euro in monetine. Per i primi due casi l’importo non era stato quantificato; ma Rossi aveva denunciato il furto totale di 440 euro di fondo cassa del bar.

Secondo la procura, i due imputati erano d’accordo e avrebbero commesso i furti, simulando poi un’azione criminale da parte di sconosciuti. Rossi e Mariano si difendono, professando la loro innocenza. Dovranno dimostrarla al giudice.

Diego Neri

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