<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Deroma, fermata la vendita

Tutti vogliono la Deroma: è ancora battaglia sulla vendita
Tutti vogliono la Deroma: è ancora battaglia sulla vendita
Tutti vogliono la Deroma: è ancora battaglia sulla vendita
Tutti vogliono la Deroma: è ancora battaglia sulla vendita

Si ferma la vendita della Deroma “vasi”. Come aveva preannunciato, la cordata uscita sconfitta che vede protagonista il fondo norvegese “Njord Terra Lux” - fa base a Londra e già nel 2016 aveva manifestato interesse per la Deroma “vasi” - non ha affatto digerito la scelta fatta dal Ministero dello sviluppo economico e dal suo commissario, l’avvocato veneziano Marco Cappelletto, che ha deciso a maggio di assegnare il ramo d’azienda di Malo alla cordata tedesca formata dal colosso bavarese Scheurich, grande produttore di vasi a sua volta, e dal fondo bavarese di investimenti industriali Bavaria Industries group. Già a maggio infatti il fondo Njord aveva annunciato che si sarebbe rivolto ai giudici, e mercoledì scorso con gli avvocati Fabio Andrea Bifulco e Francesco Paolo Ruggeri Laderchi ha depositato il ricorso al Tar del Veneto. Il ricorso chiede di annullare il parere favorevole con cui il 18 maggio il Ministero ha autorizzato l’accettazione dell’offerta tedesca, ma il primo obiettivo era evitare che l’avv. Cappelletto vada rapidamente a firmare il contratto di cessione. I ricorrenti quindi chiedevano ai giudici anche un “atto monocratico” che desse subito l’alt. E nel giro di poche ore hanno ottenuto la prima parziale vittoria. Il Tar infatti giovedì con il presidente Maurizio Nicolosi ha decretato che accoglie «l’istanza di misure cautelari provvisorie e, per l’effetto, sospende i provvedimenti impugnati». Non è comunque una decisione “statica”: potrebbe infatti decadere se i legali di Njord non provvederanno a notificare entro cinque giorni il ricorso e tutte le carte ai tedeschi di Scheurich e Bavaria Industries, per i quali il Tar ha autorizzato il ricorso all’invio via posta elettronica certificata Pec. Tutto congelato, quindi. In attesa che il Tar fissi poi la vera e propria udienza per decidere se concedere la sospensiva all’aggiudicazione. La battaglia è solo all’inizio. C’è comunque soddisfazione in casa anglo-norvegese, perché si ritiene che i giudici abbiano dato un primo segnale di ritenere il ricorso non infondato. A quanto pare, la cordata uscita sconfitta ha lamentato coi giudici veneziani anche una grande difficoltà ad ottenere l’accesso a tutti gli atti in base a cui l’avv. Cappelletto ha deciso di proporre come vincente l’offerta tedesca. A favore di Njord ad esempio c’era l’offerta economica: per i “vasi” Deroma aveva offerto 10,22 milioni contro i 9,99 di Bavaria. In più, avevano fatto sapere a maggio gli anglo-norvegesi, non c’era stata risposta al fatto che loro offrivano la conferma di tutti i dipendenti (calcolati in 182) e pure 35 assunzioni in più, e che il loro piano di sviluppo mirava ad affidare l’azienda a un manager che aveva già guidato Deroma: Gianfranco Cianci. L’avv. Cappelletto aveva però fatto sapere di aver dato più punteggio ai tedeschi per il loro piano industriale: unire il business dei vari in ceramica e plastica di Schuerich a quelli in terracotta di Deroma. Ora parola ai giudici. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Piero Erle

Suggerimenti