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«Condominio irregolare, va abbattuto»

Chi ha intentato la causa lamenta problemi di confine tra villa e condominio. STUDIOSTELLA BREGANZE-CISCATOIl condominio al centro della querelle. STUDIOSTELLA-CISCATO
Chi ha intentato la causa lamenta problemi di confine tra villa e condominio. STUDIOSTELLA BREGANZE-CISCATOIl condominio al centro della querelle. STUDIOSTELLA-CISCATO
Chi ha intentato la causa lamenta problemi di confine tra villa e condominio. STUDIOSTELLA BREGANZE-CISCATOIl condominio al centro della querelle. STUDIOSTELLA-CISCATO
Chi ha intentato la causa lamenta problemi di confine tra villa e condominio. STUDIOSTELLA BREGANZE-CISCATOIl condominio al centro della querelle. STUDIOSTELLA-CISCATO

Un condominio di cinque piani in pieno centro a Thiene, abitato da oltre dieci anni da circa 20 famiglie e al cui piano interrato è in funzione un parcheggio a uso pubblico, ora «è da abbattere». A stabilirlo è stato il tribunale di Vicenza che, a distanza di 14 anni dall'avvio della causa civile intentata dalla famiglia Grendene contro l'impresa edile Munaretto Manlio Srl, è giunto a sentenza.

Il fabbricato giudicato irregolare rientra nell'area del Piano particolareggiato Contra’ Belvigo, ambizioso progetto di riordino urbanistico avviato agli inizi degli anni Duemila lungo viale Bassani, a ridosso della villa in stile liberty situata di fronte al teatro comunale. Ed è proprio la vicinanza con il civico 43/45 ad aver dato il via, nel 2002, alla battaglia legale intentata dalla famiglia Grendene, da sempre convinta che l'impresa edile, nel costruire la palazzina, abbia invaso i confini della villa.

Stando all’accusa infatti pare che nel realizzare il piano, i costruttori non avessero considerato che parte della strada di accesso all'area, ora denominata via Borgo Belvigo, fosse in realtà di proprietà della famiglia Grendene, finendo così con lo stravolgere le distanze dai confini.

«Chiunque capisce che la palazzina è stata costruita troppo vicina alla mia casa», spiega la proprietaria Lia Grendene, misurando con un metro la distanza tra la colonna esterna del condominio e l'angolo del suo garage. «Ecco vede? Sono appena 170 centimetri, un po' pochini direi - aggiunge - E infatti non possono più uscire o entrare con l'auto da questa parte, perché lo spazio di manovra è ridotto all'osso. Oltretutto, per riuscire ad avere le altezze necessarie a creare i piani interrati, la stradina di accesso è stata rialzata di 70 centimetri rispetto alla quota di viale Bassani e questo, quando piove, provoca allagamenti nel garage. Inutile dire poi che nelle stanze del primo piano che si affacciano sulla palazzina devo sempre tenere le tende chiuse perché in pratica è come se avessi i condòmini in casa. Per tutti questi motivi la villa ha perso metà del suo valore».

Tutte le accuse sono state vagliate dal tribunale di Vicenza che, nella sentenza, ha rilevato che la “Munaretto Manlio Srl ha costruito a un'altezza superiore a quella consentita dalla normativa locale e ha diminuito l'esercizio della servitù di passaggio costituita a favore della famiglia Grendene” e ha condannato l'impresa “alla remissione in pristino dello stato dei luoghi”. Tradotto: la palazzina va abbattuta per garantire la corretta distanza. Situazione difficile, dunque, considerato che il condominio è lì da 14 anni e negozi e appartamenti sono di proprietà dei residenti; non è escluso che la battaglia legale ora si combatta a suon di risarcimenti.

Alessandra Dall’Igna

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