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Ca’ Pajella ostaggio di una banda di teppistelli

L’area del patronato con l’ordinanza del parroco. FOTOSERVIZIO STELLA Antonietta Dall’IgnaNovella SacchettoFabrizio SandonàMaria Rossetto
L’area del patronato con l’ordinanza del parroco. FOTOSERVIZIO STELLA Antonietta Dall’IgnaNovella SacchettoFabrizio SandonàMaria Rossetto
L’area del patronato con l’ordinanza del parroco. FOTOSERVIZIO STELLA Antonietta Dall’IgnaNovella SacchettoFabrizio SandonàMaria Rossetto
L’area del patronato con l’ordinanza del parroco. FOTOSERVIZIO STELLA Antonietta Dall’IgnaNovella SacchettoFabrizio SandonàMaria Rossetto

Un gruppetto di ragazzini molesti tiene sotto scacco il quartiere di Ca’ Pajella, costringendo il parroco a chiudere gli spazi esterni del centro parrocchiale, i residenti a sopportare schiamazzi e offese e i vigili ad aumentare i controlli. La situazione, conosciuta da diversi mesi, si è fatta critica negli ultimi 20 giorni, probabilmente in concomitanza con la fine delle scuole e la prospettiva di un’estate da trascorrere a zonzo. Sono una decina, sia italiani che stranieri, hanno fra i 13 ai 15 anni ma non è ben chiaro da dove arrivino. I loro pomeriggi e serate seguono un copione ormai conosciuto dai residenti: si danno appuntamento in via Ca’ Pajella, bazzicando tra la piccola area verde davanti alla tabaccheria, dove hanno già rotto i due giochi a molla, e l’area esterna del centro parrocchiale di San Sebastiano. Qui trascorrono le ore tra schiamazzi, bestemmie, offese a chi li avvicina per riprenderli e giochi pericolosi: qualcuno si diverte infatti a salire sulle bici per tagliare la strada alle auto che giungono dal quartiere, sterzando all’ultimo momento per evitare l'impatto. La maleducazione non risparmia nemmeno gli spazi della vicina parrocchia dove arrecano disturbo ai bambini e ragazzi che al pomeriggio frequentano il centro parrocchiale per giocare a calcio o a rugby. E quando di sera trovano il cancello chiuso, scavalcano la recinzione e si introducono nel campetto dove restano fino a tarda notte. Da qui la decisione di don Nicola Saladin di chiudere gli spazi del cortile e permettere l’accesso solo a giovani autorizzati e sorvegliati da un adulto. Allo stesso modo il comitato di quartiere ha segnalato la situazione alla polizia locale, chiedendo di intensificare i controlli. «Siamo perfettamente in linea con il pensiero e l’azione di don Nicola - afferma Fabrizio Sandonà, presidente del comitato di quartiere - la situazione esige delle regole cui i ragazzi devono sottostare. Il disturbo alla quotidianità del quartiere è evidente, soprattutto nelle ore serali quando c’è bisogno di relax ma i loro comportamenti non lo permettono. Oltretutto fanno giochi pericolosi: venerdì scorso si sono lanciati verso l’auto di una signora terrorizzandola». I residenti raccontano di ragazzi che girano a petto nudo, che si distendono con gli asciugamani nell’erba per prendere il sole, che infastidiscono i bambini che vanno a giocare al centro parrocchiale. «Ha fatto bene don Nicola a chiudere i cancelli - commenta Maria Rossetto - non si possono sentire questi ragazzini che bestemmiano per strada e in parrocchia». «L’altro giorno me li sono trovati in contromano - aggiunge Antonietta Reale - non hanno il senso delle regole. Spiace solo che per colpa di pochi ci rimettano i bambini del quartiere che ora non sono più liberi di andare a giocare al campetto». «L’iniziativa di don Nicola è un primo passo importante - afferma Novella Sacchetto - e la sorveglianza da parte degli adulti è indispensabile. Però allo stesso tempo bisogna anche capire cosa si nasconde dietro a questi comportamenti perché è evidente che questi minori hanno delle problematiche». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandra Dall’Igna

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