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C’è l’accordo Scm
«Ora più tutele
per i neo assunti»

L’esterno dello stabilimento industriale thienese della “Scm Group”. FOTO STUDIOSTELLA-CISCATO BREGANZE
L’esterno dello stabilimento industriale thienese della “Scm Group”. FOTO STUDIOSTELLA-CISCATO BREGANZE
L’esterno dello stabilimento industriale thienese della “Scm Group”. FOTO STUDIOSTELLA-CISCATO BREGANZE
L’esterno dello stabilimento industriale thienese della “Scm Group”. FOTO STUDIOSTELLA-CISCATO BREGANZE

La “Scm Group” firma un accordo storico che, superando parte della riforma introdotta dal Jobs Act, introduce più tutele per i lavoratori, con particolare attenzione ai nuovi assunti. L'intesa per il rinnovo del contratto aziendale, raggiunta dopo una trattativa con Rsu, Fim, Fiom e Uilm, coinvolge 1.763 dipendenti tra le province di Rimini (dove c’è il quartier generale della società), Siena e Vicenza (317 sono a Thiene). Sono tre in particolare le novità introdotte dal nuovo contratto, che sul tema delle maggiori tutele ricalca quello firmato a marzo dai vertici di Lamborghini e Ducati. La prima riguarda i licenziamenti: «Contrariamente a quanto contemplato dal Jobs Act, i nuovi assunti a rischio licenziamento - spiega Michele Gregolin della Fiom Cgil - potranno essere inseriti in un percorso di confronto tra sindacato e azienda per tentare di trovare un’alternativa che salvi il loro posto di lavoro». Nel caso invece di demansionamento, per cui dopo il Jobs Act sono sparite le procedure interne previste per legge, si tenterà di mantenere il livello di retribuzione e la professionalità acquisita, anche attraverso la formazione dei lavoratori soprattutto in funzione dell'industria 4.0 e dell'innovazione tecnologica. Sarà creato un registro formativo di ogni lavoratore, cioè una sorta bagaglio professionale del dipendente, e si costituiranno commissioni per affrontare i processi di informatizzazione del lavoro e dei relativi fabbisogni formativi e occupazionali. Sul tema della videosorveglianza, qualunque introduzione di nuove tecnologie in azienda sarà oggetto di un confronto preventivo tra sindacati, Rsu e dipendenti. Per la parte salariale, l'accordo prevede un premio annuo di 1.700 euro per il 2017, 2 mila per il 2018, 2.050 per il 2019, 2.100 per il 2020 in cui scadrà l'accordo; gli indicatori e gli obiettivi da raggiungere per il pagamento del premio vedono oltre al fatturato pro capite di gruppo, anche l'introduzione di obiettivi come la qualità e la produttività. «Prima di arrivare alla firma, l'accordo è stata validato dal voto dei lavoratori e delle lavoratrici che si è tenuto negli stabilimenti delle varie province il 16 e il 17 ottobre e che ha ottenuto l'82% dei consensi», conclude Gregolin.

Alessandra Dall’Igna

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