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Bullismo a scuola «Bisogna battere paura e omertà»

La scuola media “Don Milani” di Zanè dove è scoppiato il caso del bullismo.  STUDIOSTELLA-CISCATO BREGANZE
La scuola media “Don Milani” di Zanè dove è scoppiato il caso del bullismo. STUDIOSTELLA-CISCATO BREGANZE
La scuola media “Don Milani” di Zanè dove è scoppiato il caso del bullismo.  STUDIOSTELLA-CISCATO BREGANZE
La scuola media “Don Milani” di Zanè dove è scoppiato il caso del bullismo. STUDIOSTELLA-CISCATO BREGANZE

«Quando si verificano atti di bullismo dobbiamo combattere la paura e l'omertà». Parola del vicario foraneo di Thiene don Antonio Guarise che ricorda come l'indifferenza sia per il Vangelo una caratteristica tipica di chi «non ha dignità umana». È questa la presa di posizione di fronte ai fatti alla scuola media “Don Milani” di Zané. Una vicenda delicata che, al momento, ha ancora tanti punti oscuri, che dovranno essere portati alla luce dai carabinieri della compagnia di Thiene, su delega della Procura dei minori di Venezia. Intanto alle quattro famiglie, che nei giorni scorsi hanno depositato un esposto, arriva il sostegno della Chiesa. «Quando si parla di bullismo non si può stare a guardare, non si può lasciar correre perché episodi del genere segnano la persona, se non compresi e affrontati rimangono per sempre una ferita aperta che compromette la crescita sana e positiva dell'essere umano - spiega don Guarise - E la parrocchia, che è a tutti gli effetti un'agenzia educativa, e come tale ha una responsabilità nei confronti della comunità, deve esserci per le famiglie con la sua presenza costante, l'ascolto, il dialogo, il consiglio. Il nostro compito è quello di far capire quale sia il vero senso della vita, che ritroviamo nel Vangelo, che punta prima di tutto al rispetto dell'altro, senza cadere nella violenza. Quando si parla di bullismo, non lo si può affrontare usando lo stesso linguaggio e neppure pensando solo a forme repressive. Dobbiamo rimanere sul piano educativo, tirando fuori il meglio della persona». Sulla vicenda il Comitato genitori della scuola media sceglie la strada del silenzio. «In merito ai fatti accaduti nella nostra scuola media preferiamo non rilasciare dichiarazioni. Questo perché la situazione è complessa e crediamo che il nostro primo dovere sia tutelare i minori». Parla, invece, l'assessore all'istruzione Silvia Carollo che vuole evidenziare come tutta la vicenda sia stata «viziata dai troppi giudizi sommari da parte della mia comunità. Personalmente non ho mai dubitato della buona fede della scuola perché prima di sanzionare era necessario per tutti fare chiarezza sull'intera questione. Tutelare i ragazzi, come hanno fatto gli insegnanti e la dirigente scolastica, non significa insabbiare». Intanto il team di psicoterapeuti della Fondazione Capta di Vicenza ha iniziato a stendere il “Protocollo antibullismo” che sarà adottato dai vari plessi scolastici di Zané. «Il documento presenterà le azioni da mettere in atto sia da un punto di vista sanzionatorio che nell'ambito della prevenzione, con percorsi virtuosi - spiega la psicoterapeuta Roberta Radich - È fondamentale lavorare sulle competenze relazionali dei ragazzi e sul fatto che la scuola sviluppi rapporti sani tra tutti: alunni, insegnanti e genitori. Adesso è necessario recuperare una coerenza educativa, ricreare nelle classi un'atmosfera positiva e ritrovare un clima di conciliazione tra preside e insegnanti da una parte, genitori e figli dall'altra». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Silvia Dal Maso

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