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«Bacini e una diga Così si preserva l’acqua della falda»

Irrigatori in azione nei mesi estivi. ARCHIVIO
Irrigatori in azione nei mesi estivi. ARCHIVIO
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Irrigatori in azione nei mesi estivi. ARCHIVIO

Micro bacini in linea, pozzi anti siccità, sistemi di irrigazione a pioggia e una diga in grado di trattenere sette milioni di metri cubi d’acqua. Sono queste le armi che il Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta intende sfoderare per salvaguardare la falda e assicurare, allo stesso tempo, una riserva d’acqua utile all’ambiente e agli agricoltori. Da una parte infatti il Consorzio, che gestisce i 38.496 ettari dei 19 Comuni dell’Alto vicentino, preleva dalla falda, per usi irrigui, mediamente 7-8 milioni di metri cubi l’anno, dall’altra si è attivato per contrastare il fenomeno di depauperamento delle falde attraverso azioni volte alla ricarica dell’acquifero. I progetti, alcuni in fase di realizzazione altri invece ancora a livello progettuale, sono stati presentati nei giorni scorsi a Thiene dal presidente Silvio Parise nel corso dell’annuale incontro con gli amministratori dell’Alto vicentino. «I cambiamenti climatici ci hanno portato ad un cambio di mentalità – ha spiegato Parise – facendoci capire che è necessario sia arginare nel momento del “troppo” che trattenere in quello del “poco”. Il prelievo della falda sarà sempre meno possibile, per cui bisogna costruire opere in grado di conservare l’acqua di scorrimento». Esempio di questo ragionamento è il ripristino del pozzo irriguo Benincà a Montecchio Precalcino: i lavori, iniziati a settembre per un costo di 438 mila euro, assicureranno l’acqua a 500 ettari di terreno ora irrigati a pioggia grazie al canale Mordini. Con un investimento di due milioni 800 mila euro, nel 2019 il Consorzio realizzerà l’atteso sesto lotto del sistema pluvirriguo nei territori di Sarcedo e Montecchio, impianto che permetterà di portare l’irrigazione a pioggia e a goccia in quegli appezzamenti attualmente sprovvisti di sistemi irrigui o dotati solo di irrigazione a scorrimento. C’è poi il progetto “Life- Beware” che coinvolge i Comuni di Santorso e Marano e prevede la creazione nella campagna di Giavenale di un piccolo bacino a servizio di quattro aziende agricole biologiche. «Questo è un progetto pilota cui teniamo molto e che contiamo di poter replicare lungo altri corsi d’acqua del territorio – precisa Parise –. Si tratta di un modello idrico molto efficiente perché garantisce una preziosa riserva per l’irrigazione». Il presidente Parise ha rilanciato infine un progetto cui il Consorzio è molto legato, ovvero la realizzazione della diga di Meda a Velo d’Astico che «garantirebbe una grande riserva d’acqua (7 milioni di metri cubi, ndr) da rilasciare in caso di bisogno nel torrente Astico e in tutta la rete dei canali per l’irrigazione dei campi. Rispetto al passato, il progetto è stato rivisto ed è più rispettoso dell’ambiente, credo sia arrivato il momento di realizzarlo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandra Dall’Igna

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