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Baby gang da 14 rapine Preso il terzo minorenne

I carabinieri della compagnia di Thiene hanno concluso l’indagineLa stazione degli autobus
I carabinieri della compagnia di Thiene hanno concluso l’indagineLa stazione degli autobus
I carabinieri della compagnia di Thiene hanno concluso l’indagineLa stazione degli autobus
I carabinieri della compagnia di Thiene hanno concluso l’indagineLa stazione degli autobus

Ieri mattina i carabinieri della stazione di Thiene hanno chiuso il cerchio su una banda di minorenni italiani di origine nordafricana che per oltre un mese ha seminato il terrore tra i propri coetanei minacciando di picchiarli se non avessero loro consegnato il denaro contenuto nel portafoglio. L’ARRESTO. All’alba gli uomini dell’Arma hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare a carico di un minorenne, di origini ghanesi, facente parte del gruppo di ragazzi già arrestati la scorsa settimana, responsabili di aver perpetrato diverse rapine ai danni di altri minorenni nel centro thienese. Dopo 14 rapine e un tentativo di estorsione messi a segno dalla banda nel Thienese, sempre in orario pomeridiano, nei pressi del centro della città tra il parco del Donatore, i Giardini del Bosco e la stazione delle corriere, anche il terzo complice, come i suoi coetanei, è stato, ammanettato e inserito in una comunità educativa fuori provincia, su disposizione del Tribunale per i minorenni di Venezia. Come fa sapere il capitano Davide Rossetti il minorenne era già stato associato alla banda di giovani rapinatori. «Sapevamo fin dall’inizio che il gruppo era formato da tre complici e conoscevamo nome e cognome del terzo ragazzo, ma il suo caso era stato preso in carico da un magistrato diverso da quello che aveva seguito gli altri due ragazzi, quindi abbiamo dovuto attendere l’autorizzazione per poter procedere con l’arresto. I ragazzi provengono da famiglie ben integrate nella società tanto che tutti lavorano. Quando ci siamo presentati a casa di questi genitori e abbiamo spiegato loro la situazione sono praticamente caduti dalle nuvole. Dopo un iniziale e comprensivo stato confusionale hanno preso atto di quello che stava accadendo e hanno collaborato con noi. Ora possiamo definire il caso chiuso anche perché non abbiamo più avuto nuove segnalazioni». LE INDAGINI. Tutto era iniziato il 21 settembre con la denuncia di tre casi. Gli uomini del capitano Rossetti avevano dato il via alle indagini che, grazie alle descrizioni fornite durante le deposizioni da parte delle vittime, si erano concentrate su un gruppo di tre minorenni già notati durante vari servizi di pattuglia e ora finiti in custodia cautelare. I tre malfattori erano sempre stati accompagnati anche da un gruppo di conoscenti, a loro volta minorenni, ma che non avendo mai preso parte attiva ai reati commessi non sono stati arrestati. ASSESSORE SAMPERI. «Con questo tassello conclusivo l’indagine degli uomini dell’Arma può dirsi archiviata e da amministratore non posso che complimentarmi con tutti per l’ottima investigazione intrapresa – dichiara l’assessore alla sicurezza Alberto Samperi -. Finora come Comune non abbiamo avuto un coinvolgimento con le famiglie dei minorenni inseriti nelle comunità, ma sarà nostro dovere compiere delle indagini per capire su quale terreno si è sviluppata tanta aggressività e se è necessario mettere in atto azioni di inclusione sociale. Inoltre nostro compito sarà quello di mettere in campo progetti educativi mirati attraverso un lavoro di squadra che coinvolga il Comune, la scuola, le famiglie e le forze dell’ordine perché temo che una volta usciti dalla comunità, nonostante l’importante lavoro rieducativo che gli operatori svolgono ogni giorno, qualcuno di questi ragazzi possa tornare a fare la vita di prima». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Silvia Dal Maso

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