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Il caso

Annullate due
sagre su tre
Troppa burocrazia

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Un’anguria in compagnia è il modo migliore per terminare la serata, magari con sottofondo musicale. ARCHIVIO
Un’anguria in compagnia è il modo migliore per terminare la serata, magari con sottofondo musicale. ARCHIVIO
Un’anguria in compagnia è il modo migliore per terminare la serata, magari con sottofondo musicale. ARCHIVIO
Un’anguria in compagnia è il modo migliore per terminare la serata, magari con sottofondo musicale. ARCHIVIO

THIENE. Saltano come birilli la sagre di paese e le manifestazioni pubbliche all’aperto. Ritrovarsi a fare i conti “salati” con le nuove regole per la sicurezza degli spazi pubblici voluti dal Ministero dell’Interno sta creando sempre più problemi a Comuni, Pro loco e associazioni di volontariato. A comunicarlo sono i presidenti dei Consorzi che fanno parte del Comitato Pro loco Unpli - Vicenza.

«In cinque mesi, da gennaio a maggio di quest’anno rispetto al 2017 sono saltate una quarantina di sagre per vari motivi, prevalentemente riconducibili alle restrittive normative sulla sicurezza – ammette il vicepresidente del Consorzio Medio Astico Vinicio Carollo -. Un numero che deve far pensare e capire che forse qualcosa alla base deve essere cambiato. Serve una disciplina semplificata, soprattutto perché dobbiamo sempre tenere conto che queste kermesse poggiano sul volontariato, su persone che mettono a disposizione gratuitamente il loro tempo e il loro entusiasmo per far andare bene una manifestazione. Se però si ritrovano a dover rispondere personalmente e legalmente a problemi di sicurezza, diventerà sempre più difficile trovare chi sia disposto a organizzare sagre e raduni all’aperto. Oggi organizzare una sagra richiede certificazioni da parte di un ingegnere, la presenza dei vigili de fuoco, della squadra di primo soccorso, della Protezione civile, attrezzature a norma, ma quando ai volontari si chiede di assumersi responsabilità non lo fanno più gratuitamente e così aumentano le spese. Serve un aiuto da chi ci governa, altrimenti il volontariato va a cadere».

Opinione condivisa dal presidente del Consorzio Val Leogra Umberto Bianconi: «I problemi che incontriamo nell’organizzare sagre e manifestazioni all’aperto, sono sempre più grandi». Anche lui punta l’indice contro la «burocrazia che ormai ci sta mettendo in ginocchio. Serve una disciplina semplificata che sia più consona alla reale organizzazione dell’evento e che dia la possibilità ai presidenti delle Pro loco, coloro che si assumono tutta la responsabilità della manifestazione, di adempiere ai loro compiti con serenità». Bianconi evidenzia come anche alcuni presidenti delle Pro loco che fanno capo al suo consorzio, Valli del Pasubio e Malo, «vogliano lasciare il loro incarico, stimolando un ricambio generazionale, ma nessuno si vuole prendere la responsabilità di fare il presidente». E quando viene meno una sagra, la comunità non solo perde il senso della festa patronale nata per condividere momenti di allegria, ma anche la possibilità di sviluppo turistico, umano e culturale. «Questa è la “morte delle associazioni di volontariato», sostiene il presidente della Pro loco di Montecchio Precalcino Alessandro Laverda, che fa capo al Consorzio Astico Brenta. «La burocrazia rende impossibile mettere in piedi anche le più semplici iniziative senza il rischio di incorrere in qualche inosservanza. Ai volontari delle Pro loco si chiede uno sforzo troppo impegnativo». 

Silvia Dal Maso

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