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Addio dopo 60 anni alla macelleria del Grande fratello

La serranda tristemente abbassata sulla macelleria rosticceria di via 5 Martiri. FOTO STELLA CISCATO Il caloroso sorriso di Annalisa
La serranda tristemente abbassata sulla macelleria rosticceria di via 5 Martiri. FOTO STELLA CISCATO Il caloroso sorriso di Annalisa
La serranda tristemente abbassata sulla macelleria rosticceria di via 5 Martiri. FOTO STELLA CISCATO Il caloroso sorriso di Annalisa
La serranda tristemente abbassata sulla macelleria rosticceria di via 5 Martiri. FOTO STELLA CISCATO Il caloroso sorriso di Annalisa

Marialuisa Duso «Mamma, ma adesso come faremo a sopravvivere?». Non con la stessa semplice e spontanea efficacia, ma questo pensiero espresso da uno dei suoi clienti più giovani, devono averlo fatto in tanti quando a Breganze c’è stata la certezza che Annalisa Sperotto avrebbe chiuso, per sempre, la sua macelleria. Una scelta quasi obbligata: «Ho 70 anni - spiega - i tempi sono cambiati», ma difficile da digerire anche per lei. Annalisa, solitamente spavalda e loquace, fatica a tirar fuori le parole. Troppi ricordi, troppe abitudini, troppa passione sono destinati a restare dietro quella serranda abbassata. Quella della macelleria Sperotto è una storia che parte da lontano, quando le norme igieniche erano dettate dal buon senso, gli animali si macellavano in casa, per andare poi a vendere le carni in piazza, all’alba, all’ora della messa prima. È stata la nonna Neni, che all’epoca gestiva una trattoria dove oggi c’è il bar dei Tanti, a iniziare questa avventura. «Sono nata là - racconta Annalisa - e venivano in tanti per mangiare le trippe della nonna, di cui ho custodito la ricetta e che ho continuato a proporre. Alla trattoria è stata poi aggiunta una cella con il banco, per vendere la carne. Ma gli affari migliori si facevano dopo la messa prima, per questo partivano alle 4 con il carretto». La svolta nel 1954, quando sono stati acquistati i locali dell’attuale macelleria, in via 5 Martiri, a cui dodici anni fa è stata aggiunta la gastronomia. «Quella per la cucina è una passione di famiglia, che io ho ereditato dalla nonna e poi ho trasmesso a mio figlio Lorenzo (concorrente del primo Grande fratello). Abbiamo cominciato proponendo i tipici piatti estivi, come roast beef e vitello tonnato che preparavamo a casa. Ma non mi piaceva. Avevo spazio e attrezzature disponibili e così ho affiancato alla macelleria la gastronomia». Memorabile il suo baccalà, ma anche le crepes e il pasticcio. La sua forza? «Proporre le stesse pietanze che avrei servito sulla mia tavola, realizzate con verdure fresche e ingredienti di primissima qualità» e quel valore aggiunto che si chiama passione, che Annalisa ha messo in tutte le cose che ha fatto. Ogni volta che si andava da lei non era solo entrare in un negozio. Annalisa aveva la battuta pronta e un linguaggio colorito, che trasmetteva allegria e riusciva a raddrizzare una giornata storta. «Purtroppo - aggiunge poi - i tempi sono cambiati. Oggi è sempre più difficile gestire un’attività: l’economia soffre e la burocrazia soffoca». Lo specchio di un’epoca che, invece di favorirla, rende la vita difficile alla libera impresa e pian piano rischia di far chiudere realtà che non ritorneranno più. Il locale ormai è quasi vuoto e stavolta Annalisa fa fatica a sorridere. E adesso? «Qualcosa mi inventerò». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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