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Addio al presidente
che ha portato
il calcio più in alto

Pierluigi Dalla Rovere in un’immagine di qualche anno fa. ARCHIVIO
Pierluigi Dalla Rovere in un’immagine di qualche anno fa. ARCHIVIO
Pierluigi Dalla Rovere in un’immagine di qualche anno fa. ARCHIVIO
Pierluigi Dalla Rovere in un’immagine di qualche anno fa. ARCHIVIO

Il calcio era stata la sua grande passione. Se n’è andato, strappato da quel male subdolo che a volte non lascia scampo, Pierluigi Dalla Rovere, 72 anni, il presidente che ha regalato al Thiene e ai suoi tifosi la pagina più gloriosa, con le indimenticabili stagioni in C2.

È stato lui stesso a chiamare il 118, e subito dopo il fratello Giuseppe, quando l’altra notte si è sentito male, ma questa volta la sua tempra e le cure non sono bastate.

«È un imprenditore che ha creduto molto nella sua città - lo ricorda l’assessore allo sport Giampi Michelusi -, fino a dar vita all’evento forse irripetibile di portare la squadra tra i professionisti. Una passione che ha trasmesso al nipote Stefano, oggi presidente del Luna Futsal. Quando, dopo gli anni bui, il Thiene è ripartito, nel 2012, ha fatto dono alla società e alla città di tutti i trofei che aveva conquistato».

Fare di una società sportiva una grande famiglia, dove far crescere i giovani, per offrire delle opportunità a chi aveva talento, ma non solo, è sempre stato il suo credo calcistico. E proprio dai giovani è partito quando, insieme a Piaraldo Dalle Carbonare, ha creato a Dueville un invidiabile vivaio. Dopo sei anni, e dopo che Dalle Carbonare ha preso in mano il Vicenza, Dalla Rovere si è occupato del club rossonero, cercando di risollevarlo dalla retrocessione in Eccellenza, seguita alla stagione dei record con Sergio Gasparin. Ha salvato così una piazza che stava rischiando di rimanere senza calcio.

È iniziata la più entusiasmante e gloriosa delle scalate calcistiche per la compagine thienese, affidata per la gran parte alla guida tecnica di Ennio Dal Bianco, dopo l’avvio con Gigi Rigoni.

Nella stagione 2000-2001 il salto nei professionisti; l’anno successivo la gioia e il dramma per la salvezza conquistata a Sassuolo e la morte di Massimilialo Ossari, vittima di un incidente mentre rientrava a casa, dopo aver festeggiato con i compagni. Nel terzo anno di C il Thiene chiude al 9° posto. Ma l’economia non era più quella di prima. Dalla Rovere ha lanciato appelli a destra e a manca perché qualcuno lo affiancasse nella gestione del club. Alla fine si arrese e non iscrisse la squadra. Il Thiene è ripartito dall’Eccellenza, grazie all’arrivo di Menegatti e Spinella.

Nel frattempo è cambiata anche la vita professionale di Dalla Rovere, che aveva mosso i primi passi con i fratelli Ambrogio e Giuseppe, con il Lanificio Palladio. Poi Pierluigi ha deciso di prendere la sua strada, dividendosi fra un’attività commerciale di import export, con sede operativa a Vicenza, spaziando anche nell’ambito dell’orologeria e del settore immobiliare. Gli effetti dell’11 settembre, la crisi del mattone e la mancanza di liquidità, hanno aperto la pagina più complessa e difficile della sua vita. Un periodo buio e doloroso, sfociato anche in vicende giudiziarie, ma nessuna condanna. Lascia i figli Giovanni, Alberto e Marco.

Il funerale sarà celebrato martedì, alle 15, nel duomo di Thiene.

Marialuisa Duso

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