<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Violenta alunna», docente in cella

L’istituto comprensivo Martini nell’edificio al Castello di Schio.  STUDIO STELLA
L’istituto comprensivo Martini nell’edificio al Castello di Schio. STUDIO STELLA
L’istituto comprensivo Martini nell’edificio al Castello di Schio.  STUDIO STELLA
L’istituto comprensivo Martini nell’edificio al Castello di Schio. STUDIO STELLA

Una relazione vietata dal codice con un’alunna, durata per qualche mese, costa la cattura a un docente dell’istituto superiore comprensivo Martini di Schio, con l’accusa di atti sessuali su minore. La notizia dell’arresto, avvenuto giovedì mattina, è rimbalzata ieri dopo che i militari della guardia di finanza di Vicenza hanno eseguito una perquisizione nella scuola cittadina, soffermandosi sull’armadietto utilizzato dall’insegnante dove potrebbero aver prelevato elementi utili alle indagini. IL DOCENTE. Il professore finito al San Pio X è Francesco Di Luccio, 46 anni, residente a Torrebelvicino, conosciuto e apprezzato nell’ambiente scolastico. Anche per questo la notizia ha suscitato incredulità. A cominciare dal dirigente scolastico Francesco Crivellaro. Di Luccio è un docente di Scienze naturali appassionato e competente, con la cattedra a Schio da anni. Le indagini guidate dal pm Maria Elena Pinna, e coordinate dal procuratore aggiunto Orietta Canova, sono state condotte dai finanzieri del colonnello Crescenzo Sciaraffa, ed hanno consentito di raccogliere gravi indizi sul conto dell’insegnante. Fino all’emissione di un ordine di custodia cautelare che ha preso in contropiede il docente, i suoi familiari e l’ambiente scolastico sconcertato. INDAGINI. A poche ore dall’arresto il gip Barbara Maria Trenti ha disposto l’interrogatorio di garanzia che però nei fatti non c’è stato. Di Luccio, difeso dall’avvocato Giovanni Caruso di Padova, era talmente frastornato che si è avvalso della facoltà di non rispondere. Gli inquirenti sono chiusi a riccio. Il reato contestato è il 609 quater. L’ipotesi è che c’è stato un coinvolgimento fisico ed emotivo tra alunna e professore che la legge vieta. Esso è sfociato in una sorta di relazione intrapresa dall’adulto con la ragazzina che al momento dell’avvio dell’inchiesta non aveva ancora compiuto 16 anni. I finanzieri del nucleo di polizia economica finanziaria hanno pedinato per giorni Di Luccio e hanno anche filmato gli incontri fuori dalla scuola. La circostanza ha indotto il pm Pinna a chiedere il carcere per il docente, che non si rendeva conto della gravità di quello che faceva. Il consenso della minore era illegale. E un adulto, tanto più un docente, deve saperlo. LE REAZIONI. All’istituto Martini mai si sarebbero aspettati la visita dei finanzieri, se non per normali controlli contro la diffusione di sostanze stupefacenti fra gli studenti, come di recente avvenuto in alcuni istituti della zona. Molti alla notizia dell’arresto erano increduli. «Una persona squisita, simpatic, che ci mette sempre a nostro agio quando abbiamo colloqui o incontri», afferma una mamma allibita. Un’altra va oltre: «Spero si tratti di calunnie. Non posso credere sia invischiato in reati sessuali con minori. Ci dava massimo affidamento». «Speriamo si tratti di un malinteso - aggiunge un collega - Non sembra il tipo del molestatore o peggio del violentatore». I familiari sono travolti dall’angoscia. «Non sappiamo nemmeno quali siano le accuse. Siamo preoccupati per lui, ma anche per la ragazzina che è la parte più debole». GLI SVILUPPI. Al gip Maria Trenti decidere se Di Luccio dovrà rimanere in carcere (ieri è stato trasferito in un altro braccio del San Pio X), o se la misura restrittiva sarà attenuata con la concessione dei domiciliari. Uno dei prossimi passaggi investigativi è l’audizione protetta della vittima nella forma dell’incidente probatorio. •

Mauro Sartori

Suggerimenti