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Villino Panciera in mano agli abusivi

Pentole, vestiti buttati a terra, rifiuti e giacigli di fortuna all’interno del villino PancieraUn letto ben curato dentro una stanza vuota dell’edificio
Pentole, vestiti buttati a terra, rifiuti e giacigli di fortuna all’interno del villino PancieraUn letto ben curato dentro una stanza vuota dell’edificio
Pentole, vestiti buttati a terra, rifiuti e giacigli di fortuna all’interno del villino PancieraUn letto ben curato dentro una stanza vuota dell’edificio
Pentole, vestiti buttati a terra, rifiuti e giacigli di fortuna all’interno del villino PancieraUn letto ben curato dentro una stanza vuota dell’edificio

Ci risiamo. Il villino Panciera, monumento liberty ottocentesco abbandonato ad un destino sinora incerto, torna ad essere ricovero per abusivi.

Panni stesi, letti ben preparati, pentole, materassi gettati in mezzo alle ampie stanze o giacigli improvvisati con cartoni e stracci. Il tutto condito da rifiuti di ogni genere accatastati ovunque. Se l'architetto Antonio Caregaro Negrin, che ha progettato e costruito il villino Panciera nella seconda metà dell'800, vedesse in quali condizioni versa lo stabile di via Rovereto sarebbe in lacrime.

Il palazzetto, in pieno centro storico, è tornato ad essere occupato abusivamente dopo i primi episodi documentati tra il 2014 ed il 2015. La costruzione storica in stile Liberty versa in uno stato di estremo degrado tanto all'esterno quanto all'interno. E se le condizioni delle facciate risentono pesantemente dell'usura del tempo, sugli interni così malridotti ha inciso in maniera decisiva anche la presenza degli abusivi. Chi ha deciso di occupare il villino Panciera non ha nemmeno dovuto forzare particolari sistemi di sicurezza, ma ha esclusivamente dovuto spingere con forza il portone d'ingresso. Il palazzetto è aperto. Le condizioni drammatiche della struttura sono state documentate nei giorni scorsi dall'associazione “i luoghi dell'abbandono” guidata da Devis Vezzaro.

La villa è di proprietà della società milanese in liquidazione “Aree urbane” e fa parte del comparto ex Lanerossi soggetto ad un piano urbanistico assai ambizioso, lanciato una dozzina di anni fa ma rimasto al palo a causa della crisi del settore immobiliare. Fa parte insomma del pacchetto che comprende anche la Fabbrica Alta e altri monumenti simbolo della città operosa del XIX secolo.

Il villino, che è stato nel tempo anche casa di tolleranza, a ridosso delle guerre, data la vicinanza con la frequentata (dai soldati) caserma Cella e poi sede della sezione locale della Croce Rossa, da un paio d’anni è regolarmente soggetta ad intrusioni.

I senzatetto che ci abitano dentro, e che usufruiscono anche di alimenti provenienti dagli aiuti umanitari, come risulta dagli involucri sparsi nei locali, non è escluso siano gli stessi che avevano preso casa quest’inverno nei quattrocenteschi chiostri di San Francesco prima che parte dei locali venissero assegnati ad associazioni e quindi sgomberati. Da un edificio storico ad un altro. Anche perché i giacigli sembrano preparati con cura, al di là delle fatiscenti condizioni igieniche di un ambiente di cui nessuno più si cura. Al contrario di quanto accaduto un paio d’anni fa, quando i carabinieri dentro ci trovarono due magrebini a loro conosciuti.

Mauro Sartori Karl Zilliken

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