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Vandali all’ex Lanerossi
tra festini e rame rubato

Diegni dei writer sui muri degli stabilimenti ex Lanerossi
Diegni dei writer sui muri degli stabilimenti ex Lanerossi
Diegni dei writer sui muri degli stabilimenti ex Lanerossi
Diegni dei writer sui muri degli stabilimenti ex Lanerossi

L'ex Lanerossi tra festini, vandali, furti e rifiuti. L'ingresso in zona industriale è chiuso e la vegetazione è abbastanza alta da far percepire anni di inutilizzo. La rete a pochi metri dal cancello, da almeno un anno, è completamente divelta e non c'è nemmeno bisogno di fare sforzi per entrare nell'ampio complesso che è stato il fulcro della produzione laniera scledense.

L'area è vastissima, tanto che per spostarsi agevolmente ci sarebbe bisogno di una bici e c'è chi ha scelto un metodo ancora più originale, perché nel primo capannone che si incontra tra i viali della Lanerossi, tra lattine di birra, pacchetti di sigarette e scritte d'amore ci sono addirittura i resti di una tavola da skateboard spezzata, molto probabilmente dopo un'evoluzione andata male. In altri capannoni, invece, sono ben visibili a terra i segni di alcune sgommate che potrebbero essere riconducibili a movimenti dei muletti ma potrebbero anche essere sintomo di qualche intrusione più recente.

Nemmeno a dirlo, le canaline che contenevano i fili elettrici sono state esaminate e sono state asportate le parti di metallo più prezioso. Ad un attento esame sembrano essere state sottoposte anche alcune macchine che restano conservate in porzioni di blocchi produttivi. Se, infatti, alcune aree di dimensione impressionante sono completamente vuote, in altre zone tutto sembra essere rimasto immutato. I macchinari di varia natura restano immobili, con qualche anta aperta e qualche filo tirato, sempre alla ricerca di materiale rivendibile. Nell'area più distante dall'ingresso, poi, ecco alcuni grandi sacchi pieni di terra. A pochi centimetri, contenitori in plastica che custodiscono il materiale utilizzato per una serie di carotaggi ed analisi sul terreno che riportano la data del 2015. Nell’ultimo blocco, poi, una serie di taniche con la scritta soda, acido solforico ed altro materiale su cui sono ben visibili anche le scritte “pericolo” e “non toccare”. Per quanto siano ben custodite, restano alla mercé di chiunque voglia introdursi nell'area di “Immobili e partecipazioni Spa”, che gestisce l’ampio patrimonio immobiliare della manifattura Marzotto.

La segnalazione arriva dall'associazione “I luoghi dell'abbandono” di Devis Vezzaro, che già qualche tempo fa aveva documentato lo stato dell'ex Lanerossi.

Karl Zilliken

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