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Un ricorso al Tar
contro la cessione
di Pasubio Group

La sede sociale della Pasubio Group in via Cementi, zona industriale. [FOTOGRAFO]FOTO DONOVAN CISCATO
La sede sociale della Pasubio Group in via Cementi, zona industriale. [FOTOGRAFO]FOTO DONOVAN CISCATO
La sede sociale della Pasubio Group in via Cementi, zona industriale. [FOTOGRAFO]FOTO DONOVAN CISCATO
La sede sociale della Pasubio Group in via Cementi, zona industriale. [FOTOGRAFO]FOTO DONOVAN CISCATO

Un ricorso al Tar chiede l’annullamento della gara per la cessione delle quote di Pasubio Group, la società scledense per la distribuzione del gas. Ad aggiudicarsela era stata Ascopiave ( che nel 2009 si era accapparrata anche Pasubio Servizi, il ramo commerciale dell’azienda), battendo appunto l’unico altro competitor, 2i Rete Gas, principale operatore indipendente del settore con quasi 4 milioni di utenti serviti.

In ballo c’è un affare da 32 milioni di euro, 21 dei quali destinati ad essere subito incassati dagli otto Comuni soci, un gruzzolo che va dai 7 milioni di euro di Schio ai 4 di Thiene e Valdagno, ai 2 di Malo e su cui i sindaci fanno conto per far fronte ad investimenti importanti.

Su cosa si basa il ricorso di 2i Rete Gas, che vorrebbe far rifare la gara? Sulle presunte errate valutazioni della stazione appaltante, ovvero il Comune di Schio, che non avrebbe tenuto in debito conto le migliori proposte relative alla dotazione organica (14 nuove assunzioni contro 11) l’offerta economica, superiore di circa 120 mila euro a quella dei vincitori. Le altre contestazioni riguardano i chilometri di rete da realizzare, i contatori elettronici da installare in sostituzione di quelli tradizionali, la telesorveglianza delle reti, gli allacciamenti sino agli impianti primari e secondari.

«Nell’aggiudicazione il Comune di Schio ha commesso, a nostro avviso, palesi errori di valutazione che si traducono in una ingiustizia nei nostri confronti, ma anche vanno a detrimento degli interessi dei cittadini e del territorio» sostiene Luca Allievi di 2i Rete gas.

Il direttore generale di Ascopiave, Roberto Gumirato, preferisce non commentare: «Prendiamo atto del ricorso e vedremo come andrà a finire». Parla invece il sindaco di Schio Valter Orsi: «Con un bando da 32 milioni di euro il ricorso era da mettere in cantiere. Si contestano le valutazioni tecniche. Noi abbiamo riesaminato la gara, vagliando le offerte secondo i criteri precedentemente fissati, e siamo giunti al medesimo risultato, quindi riteniamo legittima l’aggiudicazione ad Ascopiave».

Il primo cittadino fa poi riferimento all’iter con cui si è giunti alla gara: «Ci sono pervenuti centinaia di quesiti da parte delle aziende interessate, abbiamo risposto a tutte. Ora ci chiedono l’annullamento del bando ma penso che doveva essere semmai chiesto prima, non dopo aver accettato le condizioni».

L’amministrazione comunale di Schio, in qualità di stazione appaltante, si costituirà in giudizio ma Orsi non esclude che lo facciano anche gli altri sette Comuni soci: «Non avevamo alcun interesse su chi avrebbe vinto ma sul mantenimento dei servizi nel territorio, la tutela dei posti di lavoro senza trasferimenti, e gli investimenti necessari».

Gli enti soci restano con il fiato sospeso. Il ricorso non fa certo sparire i soldi in ballo, che restano comunque superiori ai 21 milioni ma rischia di allungare i tempi di pagamento. Con Ascopiave il 20% sarebbe stato saldato entro l’anno. Adesso tutto potrebbe essere rimesso in discussione e se si dovesse andare a nuova gara le certezze finora consolidate vacillerebbero.

Mauro Sartori

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