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Un patto Leogra-Agno L’unione si fa sul monte

I sindaci delle vallate del Leogra e Agno davanti alla sede.  K.Z.
I sindaci delle vallate del Leogra e Agno davanti alla sede. K.Z.
I sindaci delle vallate del Leogra e Agno davanti alla sede.  K.Z.
I sindaci delle vallate del Leogra e Agno davanti alla sede. K.Z.

Le Piccole Dolomiti uniscono. Potrebbe essere intitolata proprio a loro la “nuova” Unione montana di cui undici sindaci stanno disegnando i contorni. Il primo passo del progetto che dovrà gioco forza camminare assieme alle idee della Regione è stato presentato ieri nella sede della “Pasubio – Alto Vicentino” in largo Fusinelle a Schio. LA NOVITÁ. Da un lato ci sono otto Comuni che da cinque anni hanno creato la “Alto Vicentino”, Schio, Valli, Torre, Monte di Malo, Piovene, Santorso, San Vito e Posina; dall'altro lato, nelle valli dell'Agno e del Chiampo, tutti i municipi sono rimasti orfani della Comunità montana Agno-Chiampo, commissariata ormai da 6 anni. Il sodalizio comprendeva dieci comuni, che non hanno mai trovato una prospettiva comune. Lo scatto è stato fatto da Valdagno, Recoaro e Brogliano: hanno bussato alla porta del presidente Armando Cunegato che ha aperto, accogliendo i sindaci Giancarlo Acerbi, Davide Branco e Dario Tovo. «È l'inizio di un nuovo percorso che coinvolge le Piccole Dolomiti, area con possibilità di sviluppo dal punto di vista turistico ma anche con realtà industriali ed artigianali d'eccellenza – commenta Cunegato- L'unione delle funzioni non è l'unico aspetto, ci dovrà essere una politica che deve andare oltre per rendere questa zona quasi un'unica città. Il progetto va oltre le elezioni e deve avere continuità: tutti i candidati sindaci vengano informati. Sarebbe una realtà unica in Veneto». I SINDACI. Il sindaco laniero Acerbi, spiega: «Proseguiamo un'unione che di fatto c'è già con frequenti rapporti, società partecipate e cittadini che si spostano. È una grande opportunità, un percorso non semplice che ci darà modo di sviluppare grandi iniziative». «Al primo incontro con l'assessore regionale Forcolin tutto il consiglio comunale compatto ha voluto presenziare a testimoniare quanto siamo convinti di questa decisione – precisa il recoarese Branco-. Coordinando, per esempio, la protezione civile, sarebbe possibile un lavoro con una forza da 500 volontari». Brogliano, 4 mila abitanti, è un fulcro della futura Pedemontana: «Una volta attivo il tunnel, il collegamento con la Val Leogra sarà istantaneo – aggiunge Tovo-. Ci saranno ovvie ricadute anche lavorative». Il posenate Andrea Cecchellero se la cava con una battuta: «Il 25 marzo del 421 nasceva Venezia, e se il 25 marzo prossimo metteremo le basi per questo ampliamento non può che essere di buon auspicio». L'orsiano Franco Balzi si augura che «il lavoro di unire in senso più ampio non sia solo una dichiarazione di intenti ma un obiettivo su cui lavorare per affrontare le complessità che ci aspettano in futuro». Da San Vito, che non è un comune prettamente montano, Umberto Poscoliero è chiaro: «Abbiamo chiesto di entrare nel 2015 per avere l'opportunità di parlarci e di condividere progetti per tutto il territorio». Il sindaco di Schio e vicepresidente della “Pasubio”, Valter Orsi, conclude: «È un passaggio di continuità che aumenta il collegamento tra Schio e Valdagno, già testimoniato dagli sforzi per ridurre i costi del traforo. Lo sblocco del tunnel di Malo aumenterà la comunicazione tra le due vallate. Aumenteremo la competitività per accedere ai bandi di finanziamento e potremo dare più servizi». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Karl Zilliken

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