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«Troppi islamici» La parrocchia taglia il bollettino

L’ultimo numero del bollettino col duomo sullo sfondo.  STUDIO STELLA
L’ultimo numero del bollettino col duomo sullo sfondo. STUDIO STELLA
L’ultimo numero del bollettino col duomo sullo sfondo.  STUDIO STELLA
L’ultimo numero del bollettino col duomo sullo sfondo. STUDIO STELLA

Mauro Sartori Il bollettino parrocchiale passa dalle 2800 copie iniziali alle 1100 attuali, e dalle otto edizioni abituali alle quattro del 2018. Il motivo? Quasi metà dei residenti nel territorio della parrocchia di San Pietro, il centro storico di Schio, è di origine straniera e molti sono mussulmani. E a spiegarlo chiaramente è Giuseppe Piazza, docente in pensione e giornalista di vecchia data, nonché direttore appunto del “Bollettino del duomo”, che arriva nelle case puntualmente, almeno sinora. Già la copertina dell’ultimo numero, distribuito in questi giorni, fa squillare un campanello. Vi sono riprodotte tutte le chiese di Schio, esclusa San Francesco, la più antica della parrocchia ma che, essendo di proprietà comunale, non viene più usata per celebrazioni religiose. «Un segnale che si va verso un’unità pastorale unica per tutta la città - spiega Piazza - A volerla è stato don Mariano Ronconi, che regge pro tempore la comunità di San Pietro». Eppure il bollettino ha radici antiche, perché prese il testimone dalla “Fiamma del sacro cuore” voluta nel 1932 da mons. Girolamo Tagliaferro. Fino a qualche anno fa si stampavano 2800 copie per dieci numeri annui, ora 1100 per otto. Ma siamo prossimi ad un taglio drastico. «I motivi sono diversi - spiega il direttore. - La sempre più difficoltosa consegna delle copie agli utenti perché sono diminuite le zelatrici, i preti e anche i fedeli. Sono state soppresse messe perché i sacerdoti non hanno il dono dell’ubiquità. E in centro vivono molti islamici e in alcuni condomini è difficile entrare per segnalare e consegnare le nostre proposte parrocchiali». Rimane la possibilità di abbonarsi (10 euro) o trovare le copie alla Buona stampa di via Cavour. «Ma taglieremo anche il numero di edizioni e temo che dovremo passare da otto a quattro. Il 40% di stranieri che vive in centro non viene in chiesa e di certo non compra il bollettino. Fra i fedeli di San Pietro non c’è ricambio generazionale. E, ma questa è una mia opinione, stiamo perdendo la nostra identità». La copertina collage pare un indirizzo per un futuro nemmeno troppo lontano: «Anche San Pietro è destinata a diventare unità pastorale». E don Mariano potrebbe essere il traghettatore, visto che rimarrà amministratore pro tempore sino a settembre, quando il vescovo di Vicenza deciderà chi dovrà prendere il posto di mons. Bruno Stenco. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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