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«Teppa è un cittadino esemplare»

La riconciliazione siglata  da Valentino Bortoloso e Anna Vescovi Manifestazione e corteo per le vittime dell’Eccidio
La riconciliazione siglata da Valentino Bortoloso e Anna Vescovi Manifestazione e corteo per le vittime dell’Eccidio
La riconciliazione siglata  da Valentino Bortoloso e Anna Vescovi Manifestazione e corteo per le vittime dell’Eccidio
La riconciliazione siglata da Valentino Bortoloso e Anna Vescovi Manifestazione e corteo per le vittime dell’Eccidio

«I consiglieri regionali che hanno approvato la mozione dovrebbero imparare da Valentino Bortoloso “Teppa”, valoroso partigiano e poi cittadino esemplare». La bordata all’assemblea regionale, che ha detto sì all’unanimità alla mozione di Forza Italia, la quale chiedeva il ritiro della medaglia della Liberazione a “Teppa”, arriva dall’Anpi provinciale, che quell’onorificenza propose al ministero della Difesa un paio d’anni fa. E che lo stesso ministero ha revocato, dopo le polemiche insorte alla notizia. Perché Bortoloso è l’unico membro ancora in vita del commando che compì la strage del 6 luglio 1945 nelle carceri di via Baratto, passata alla storia come l’Eccidio di Schio. «Così come aveva ricevuto la medaglia, meritata per la sua attività partigiana, ha accettato la decisione ministeriale di ritirarla e l’ha consegnata, senza clamore, ai carabinieri che sono andati a prenderla - spiegano Danilo Andriollo e Luigi Poletto dell’Anpi. - . Per rispetto delle Istituzioni e di quell’Arma della quale fece parte e per la quale fu mandato in guerra in Russia. Bortoloso ha pagato per la sua partecipazione all’Eccidio, sempre peraltro condannato da Cln e Anpi. I dieci anni di carcere che egli ha scontato non trovano paragone nelle miti pene erogate a fascisti che compirono stragi, efferatezze, violenze». Per l’associazione dei partigiani, l’approvazione della mozione regionale quasi a ridosso del 25 aprile, «sembra una provocazione. In particolare a Schio, dove, non dimentichiamolo, furono i comandanti partigiani, con Nello Boscagli “Alberto” in testa, a raccogliere l’atto di resa dei nazisti, prima dell’arrivo degli alleati». Non è tanto quanto accadrà il giorno della ricorrenza della Liberazione, con corteo confermato ancorché modificato nel tragitto causa concomitanza con il mercato del mercoledì, quanto quello che potrà avvenire il prossimo 6 o 7 luglio, settantatreesimo anniversario dell’Eccidio. E nel fine settimana successivo. «Anziché di ciò che accade alla medaglia - concludono Andriollo e Poletto - ci si dovrebbe invece preoccupare della presenza neofascista a Schio, che è arrivata, l’anno scorso, a strumentalizzare la cerimonia religiosa in ricordo delle vittime dell’Eccidio, frutto di quella “Dichiarazione sui valori della Concordia civica”, che ha rappresentato un serio tentativo di ricostruzione di una memoria storica condivisa dall’intera città, riconoscendo il valore inalienabile della Resistenza e della Costituzione. Bortoloso stesso ha fatto la propria parte, lo scorso anno, incontrando Anna Vescovi con un gesto di grande significato, rimosso da chi ha votato la mozione. Perciò rinnoviamo la richiesta di cessare le strumentalizzazioni e chiediamo a sindaco e familiari delle vittime di impegnarsi con noi, nei confronti delle autorità preposte affinché quest’anno sia vietata la manifestazione neofascista del 7 luglio e della domenica più vicina, e, in ogni caso, ad essere con noi per contrastare quella presenza». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mauro Sartori

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