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«Sos medici e canone Ospedale da rilanciare»

L’ospedale Alto Vicentino di Santorso è al centro del dibattito: il suo futuro appeso alle scelte politiche
L’ospedale Alto Vicentino di Santorso è al centro del dibattito: il suo futuro appeso alle scelte politiche
L’ospedale Alto Vicentino di Santorso è al centro del dibattito: il suo futuro appeso alle scelte politiche
L’ospedale Alto Vicentino di Santorso è al centro del dibattito: il suo futuro appeso alle scelte politiche

Declino di Santorso? Tre sindaci a confronto. Valter Orsi di Schio, Gianni Casarotto di Thiene, Robertino Cappozzo di Lugo. Tutti, anche se con diverse sfumature, difendono l’ospedale dell’Alto Vicentino e rigettano, chi in toto chi per ora, l’ipotesi di un’Ulss provinciale. «Il problema principale - afferma Casarotto - è il malessere che agita medici e infermieri. Pensionamenti e trasferimenti hanno creato un clima di smembramento e declassamento. Senza dubbio ci sono reparti in crisi. Il pronto soccorso è in forte sofferenza. In ortopedia c’è carenza di organico, solo 6 medici su 11. L’emodinamica h24 esiste sulla carta ma in realtà funziona solo h12. Bisogna dare un’accelerata per rimpiazzare i medici che non ci sono e ridare nuove motivazioni. Non si può pagare un canone di project così alto per non avere prestazioni adeguate». Orsi respinge la parola declino: «I problemi di Santorso sono altri a cominciare dal project financing con cui è stato realizzato l’ospedale. La Regione aveva promesso di rivedere un contratto che è fuori da ogni logica di tollerabilità, ma non lo ha fatto. È mancata la volontà politica. E 18 milioni da pagare ogni anno sono un peso non indifferente che blocca gli investimenti. Le preoccupazioni ci sono. I meccanismi per sostituire i medici hanno tempi incredibili. Ma chi parla di declino non sa di cosa parla. Nel complesso non stiamo peggio di altri». Cappozzo è il presidente del comitato dei sindaci del distrretto 2 Alto Vicentino: «Santorso sconta un problema generale, è tutta una generazione che se ne va in pensione. Le difficoltà partono da lontano. Prima il connubio forzato fra Thiene e Schio, poi il matrimonio di convenienza con Bassano. Ora, però, Simoni sta facendo il possibile per riavviare la macchina, ma la sicurezza deve venire dalla politica. Le schede saranno determinanti». Sull’ipotesi di una sola Ulss provinciale il più possibilista è Casarotto: «Si continua a soffiare come se l’accorpamento con Vicenza fosse ineluttabile. La sensazione è che lo sbocco finale possa essere questo per il fatto che non abbiamo un ospedale hub, ma non deve accadere nell’immediatezza. Magari fra 4-5 anni. Questa Ulss è una scelta politica. Bassano e Thiene non avevano nulla in comune. L’ex Ulss 4 era un’azienda all’avanguardia che tutti ci invidiavano, ma Bassano ha pesato maggiormente perché ha una rappresentanza istituzionale di prim’ordine». In Regione i big di quell’area sono Elena Donazzan, Manuela Lanzarin, Nicola Finco. Orsi afferma: «Non credo nell’Ulss provinciale. Vicenza ha più problemi di noi, solo che li nasconde. Un’Ulss più piccola si governa meglio. Un’organizzazione su 2 distretti è il massimo dell’equilibrio, la Pedemontana ha una dimensione ideale, e abbiamo medici e infermieri di alto livello che non badano a orari e turni». Cappozzo: «Se l’azienda è piccola il rapporto con il dg è più diretto». Per il futuro identità di vedute. Si chiede più chiarezza alla Regione e un ruolo più forte per i sindaci. Casarotto: «Santorso deve ripartire seriamente. E la Regione con le schede deve aiutare la resurrezione tenendo conto di quanto chiedono i sindaci. Ci vuole rispetto per l’Alto Vicentino». Orsi: «Credo nel futuro di Santorso. Sono certo che la carenza di medici non incide sull’organizzazione. Le certezze devono venire dalle schede. Deve essere la programmazione regionale a dare un assetto stabile all’Ulss Pedemontana, assegnando le emergenze a Santorso e le tecnologie a Bassano. Dobbiamo difendere il nostro patrimonio. E i sindaci debbono riacquistare peso. Oggi siamo solo ascoltati ma contiamo poco». Per Cappozzo «la Regione deve riportare fiducia in due ospedali dotati di eccellenze da valorizzare. Le criticità ci sono, il pronto soccorso da sistemare, il personale esiguo rispetto alle esigenze, i posti-letto che non bastano, i concorsi lunghissimi. Anch’io, però, credo nel futuro di Santorso. Solo che noi sindaci siamo poco mediatici e la comunicazione spesso non funziona». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Franco Pepe

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