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Rogo al Colletto I residenti pronti a dare una mano

Le ultime fasi di spegnimento delle fiamme al bar trattoria del Colletto di Velo.STUDIO STELLA
Le ultime fasi di spegnimento delle fiamme al bar trattoria del Colletto di Velo.STUDIO STELLA
Le ultime fasi di spegnimento delle fiamme al bar trattoria del Colletto di Velo.STUDIO STELLA
Le ultime fasi di spegnimento delle fiamme al bar trattoria del Colletto di Velo.STUDIO STELLA

«È stata una cosa tremenda». Giuseppe “Beppe” Giuriato e la moglie Sladjana “Zaza” Bogic, imprenditori zanadiensi proprietari del bar-trattoria al Colletto di Velo, sono in Bulgaria per lavoro. Non appena avuta la notizia del pauroso rogo che, l’altra sera, ha distrutto il loro locale in località Bosco di Tretto, hanno anticipato il ritorno in Italia. Zaza risponde al telefono dall’aeroporto, il volo partirà nel giro di un’ora, e non riesce a trattenere le lacrime: «Non poter fare niente quando sai che sta succedendo una cosa del genere è bruttissimo. Siamo lì da 40 anni ed abbiamo sempre scelto di non recintare niente, i parcheggi o i prati». Sebbene le indagini dei tecnici dei vigili del fuoco e dei carabinieri della Compagnia di Schio siano in corso e non si escluda ancora alcuna pista circa le fiamme divampate poco dopo le 17 di lunedì nella località collinare, Bogic fatica a credere al cortocircuito, anche se ammette: «Non sappiamo niente, non ci hanno detto niente. Abbiamo visto le foto e sembra che le fiamme siano partite dalla sala, non dalla cucina. Ho parlato con la ragazza che ha tenuto aperto domenica e mi ha assicurato di aver chiuso tutto. Appena abbiamo saputo, abbiamo telefonato ai nostri contatti lì, ed erano già tutti davanti al locale in fiamme. La solidarietà nei nostri confronti? È una cosa che ci fa molto piacere, ringraziamo tutti». Di sicuro, al momento, riguardo le fiamme divampate l’altra sera c'è solo che i pompieri del distaccamento scledense hanno dovuto lavorare fino alla mezzanotte. Se il rogo è stato spento alle 19 circa, le operazioni sono proseguite a lungo per la messa in sicurezza dei locali e per i rilievi. Una stima dei danni non è ancora stata fatta e sarà conclusa solo dopo che i proprietari avranno visitato quel che resta della trattoria. Vista la stagione non ancora inoltrata, il locale era aperto solamente nei fine settimana ma sarebbe stato solo l’antipasto di una stagione estiva che, con il richiamo dell’aria fresca collinare e dei luoghi della Grande Guerra, avrebbe dovuto vedere porte aperte sette giorni su sette. Anche per questo, i locali erano vuoti: non c'erano avventori o personale. «Siamo tutti affezionati a quel luogo e saremo lieti di dare una mano. Non posso immagine di veder chiudere i battenti di un luogo che è nel cuore di tutta la comunità». Dopo il rogo che ha distrutto un’ampia parte del bar-trattoria al Colletto di Velo, il presidente del consiglio di quartiere del Tretto, esprime il suo dolore per la distruzione che ha visto in prima persona come tanti altri residenti che sono accorsi e la solidarietà ai proprietari. «Sappiamo quanto ci tengono – prosegue -. Nonostante i problemi, sono sempre attenti che tutto sia sempre a posto. È una storia lunga più di 30 anni, da quando volevano costruire un locale nuovo. Lavori cominciati e mai finiti a causa di regolamenti e burocrazia. Mi ero arrivato come tramite per fare in modo che si potessero sistemare le cose. Ultimamente avevano presentato un progetto di ampliamento sul locale andato a fuoco per avere più spazio in cucina e lavorare in modo decente. E so che l’iter doveva essere a buon punto, con l’interessamento dell’amministrazione. Dopo l’incendio, bisognerà capire se i proprietari vogliono ancora investire; quando parlerò con loro spero di vedere un po' di ottimismo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Karl Zilliken

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