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Schio

Rebecca è
psicologa dei cani
a Berlino

Rebecca Gander fra i suoi pazienti a quattro zampe. S.D.C.
Rebecca Gander fra i suoi pazienti a quattro zampe. S.D.C.
Rebecca Gander fra i suoi pazienti a quattro zampe. S.D.C.
Rebecca Gander fra i suoi pazienti a quattro zampe. S.D.C.

Silvia Dal Ceredo

È scledense la “psicologa canina” tra le più gettonate di Berlino. La trentunenne Rebecca Gander, trapiantata dal 2008 nella capitale tedesca insieme al fidanzato, ora marito, marito, è riuscita a ricavarsi una nicchia lavorativa di successo, che mai avrebbe immaginato in Italia. E ora, tra cuccioli da educare e adulti ribelli, depressi o aggressivi da aiutare, nella sua scuola “Rebecca Hundeschule” vede almeno una trentina di cani a settimana, lavorando tutto il giorno sei giorni su sette.

Laureata in arti visive all'università Iuav di Venezia, ha poi decisamente cambiato settore, seguendo l'istinto e il suo innato amore per gli animali, in particolare per i cani, decidendo di affrontare in Germania un corso di due anni e mezzo per diventare istruttrice cinofila. Un percorso formativo intrapreso però dopo il “classico” periodo di lavoretti nel settore della ristorazione e poi d'ufficio, dividendo il tempo con i corsi di lingua per imparare il tedesco, fondamentali per riuscire a integrarsi. «Quando ho iniziato il corso cinofilo – racconta Rebecca - la mia era più che altro una speranza, non ero così sicura di poterlo trasformare in un lavoro. Qui a Berlino però è davvero pieno di cani, ma c'è una sensibilità diversa. Qui sono considerati come un componente della famiglia che nella maggior parte dei casi vive la quotidianità con i suoi padroni». Quindi uomini e cani devono imparare a confrontarsi con situazioni diverse in giro per la città: attraversare la strada senza paura, incontrare altri cani, entrare in bar o ristoranti, frequentare il parco. Tutte cose che l'addestratrice insegna ai quadrupedi e contestualmente ai padroni, oltre naturalmente all'educazione di base come richiami, segnali (seduto, terra, steso, dare la zampa, ecc), andare a guinzaglio. «E' importante capire il cane e il suo linguaggio del corpo, cogliendo i segnali di stress. Bisogna anche essere chiari con lui, far sì che possa comprenderci, non possiamo fargli dei discorsi!».

Ma Rebecca, che si arrangia anche a farsi da segretaria e contabile, si occupa anche di comportamenti scorretti derivanti da paure o debolezze emotive. «Ci sono esemplari che manifestano aggressività verso le persone, sono iperattivi oppure soffrono di ansia da separazione e quando restano a casa fanno danni. Spesso però è colpa dei padroni che non sfruttano bene il tempo che hanno a disposizione o che non riescono a mantenere il giusto equilibrio tra riposo e attività». E per attività intende non solo quella motoria, ma anche quella intellettuale, impiegano dl loro capacità ad esempio di ricerca, fiuto, gioco. «Tra i casi più strani ricordo quello di un cane che quando era in strada prima di attraversare o di girare un qualsiasi l'angolo stava fermo anche un quarto d'ora perchè aveva paura. Oppure un galgo che di notte andava sempre a svegliare i padroni a letto. Poi ho scoperto che aveva freddo e ho semplicemente suggerito di mettergli un pigiama alla sera. Non ha più avuto problemi».

«Tutti i cani sono diversi, come sono diversi anche i loro padroni. Quello che faccio è trovare ogni volta soluzioni diverse per quel particolare binomio perchè ogni coppia è un mondo a sè». Gander collabora inoltre con un'associazione che si occupa di cani guida per disabili.

Silvia Dal Ceredo

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