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Raid nei cimiteri
a caccia di rame
«Bisogna reagire»

Torna a colpire la banda dei cimiteri. Dopo quelli di San Rocco e di Priabona, ora i malviventi sono ritornati al Tretto facendo razzia di vasi di rame nel camposanto di Sant’Ulderico. Un ennesimo episodio di fronte al quale il presidente del consiglio di quartiere Giovanni Gonzato lancia una chiamata a raccolta dei residenti: «Bisogna reagire - afferma - Non tanto per le tombe profanate, che fanno amarezza, ma restano pur sempre tombe. Quanto per gli anziani che vivono soli nelle contrade isolate». Il suo timore è che possano essere proprio loro le prossime vittime e propone di organizzarsi per vigilare sul territorio.

IL RAID. La scoperta del raid al cimitero di Sant’Ulderico è avvenuta l’altro giorno, quando alcuni abitanti della frazione arrivati lì per far visita ai loro cari defunti si sono trovati di fronte una scena uguale a quella già vista nella vicina contrada di San Rocco. I fiori gettati a terra e le lapidi spogliate nottetempo dei contenitori in rame erano le tracce del passaggio dei malviventi, che con ogni probabilità rivenderanno il metallo sul mercato dei rottami per poche decine di euro. Viene spontaneo pensare che anche la mano sia la stessa che ha agito nella vicina frazione, anche se i carabinieri della stazione di Schio a cui è stato segnalato l’accaduto per ora non escludono alcuna pista.

I PRECEDENTI. La settimana scorsa lo stesso scempio era avvenuto al cimitero di Priabona, dove erano stati razziati 500 contenitori di metallo pregiato. L’ultima visita al Tretto della banda dei cimiteri era avvenuta invece una decina di giorni prima. E questa regolarità fa pensare che il colpo a Sant’Ulderico non sarà l’ultimo. Nel mirino dei malviventi ora potrebbero finire altri piccoli camposanti di collina, non protetti da alte mura come quelli del centro urbano: Santa Caterina, Piane (già colpito in passato), Santa Maria, Sant'Ulderico e Monte Magrè, solo per restare entro i confini scledensi. L’unico modo per proteggersi, per ora, è di togliere gli ornamenti in rame o bronzo.

LA PAURA. «Questi malviventi evidentemente si sono accorti quanto è facile colpire in un territorio come quello del Tretto. E dopo i cimiteri potrebbero passare alle case delle contrade isolate, dove vivono anziani soli». È una preoccupazione mista a rabbia quella che esprime il presidente del Cdq Gonzato, che propone agli abitanti dell’area collinare di coordinarsi. «Innanzitutto chiederò al comandante dei carabinieri di intervenire a una serata sulla prevenzione - spiega - Ma bisognerà anche che noi proviamo a organizzarci per fare la nostra parte nel presidio del territorio per riuscire a segnalare episodi sospetti alle forze dell’ordine».

LE REAZIONI. Ora tutto dipende dai cittadini. Si dice scettico l’ex presidente del Cdq, Ferruccio Righele: «Più che iniziative del genere, bisognerebbe installare delle telecamere. E ancor prima fare in modo che i cancelli dei cimiteri siano chiusi la sera». Il sistema di videosorveglianza chiesto più volte anche da Gonzato ma che non ha ancora trovato spazio nel bilancio comunale. Secondo Andrea Cerbaro, invece, rappresentante locale di Acv, il percorso andrebbe approfondito. «L’iniziativa non ci riguarda in quanto cacciatori, ma anche i cacciatori sono cittadini e come tali ritengo che dobbiamo interessarci del nostro territorio».

Elia Cucovaz

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