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Pugno di ferro con le sale per le slot

L’accesso a palazzo Garbin presidiato l’altra sera dalle forze dell’ordine. DAL CEREDO
L’accesso a palazzo Garbin presidiato l’altra sera dalle forze dell’ordine. DAL CEREDO
L’accesso a palazzo Garbin presidiato l’altra sera dalle forze dell’ordine. DAL CEREDO
L’accesso a palazzo Garbin presidiato l’altra sera dalle forze dell’ordine. DAL CEREDO

Stop al proliferare di sale da gioco d'azzardo, grazie al via libera ad una variante al piano regolatore che è stata votata all'unanimità dal consiglio comunale. Per una volta tutti d'accordo, nel cercare di arginare il fenomeno della ludopatia, piaga sociale che anche a Schio manifesta le sue nefaste conseguenze non solo sui singoli ma anche su intere famiglie.

Per farlo sono state adottate contromisure precise che introducono delle distanze minime da tutta una serie di punti sensibili che le nuove eventuali sale da gioco o comunque i locali dotati di apparecchi d'intrattenimento con vincite in denaro dovranno rispettare. Non potranno essere create attività di questo tipo in un raggio di 500 metri da luoghi frequentati da minorenni (come scuole, parchi giochi, campetti o centri parrocchiali), da strutture sanitarie di qualsiasi tipo, luoghi di culto, centri ricreativi e sportivi e in un raggio di 100 metri da bancomat, agenzie di pegno o prestito e negozi tipo “compro-oro”. In città i punti delicati sono circa un'ottantina, distribuiti un po' in tutti i quartieri. Di fatto gran parte del territorio risulta “coperto” dal raggio d'azione di questi nuovi provvedimenti preventivi. Inoltre sono state inserite specifiche indicazioni edilizie per far sì che le sale da gioco siano costruite non come piccole Las Vegas, ma come locali “normali” dotati di elevata illuminazione e finestre, prive di luci intermittenti, con adeguata rumorosità e divieto di fumo. Tutto questo per evitare di favorire condizioni psicologiche che inducono all'azzardo e al desiderio di rivincita.

Le modifiche introdotte sono state messe a punto seguendo il solco di Comuni italiani che già hanno applicato disposizioni analoghe e che hanno avuto esiti positivi in sede di ricorsi giudiziari.

«L'obiettivo – ha evidenziato l'assessore all’urbanistica Sergio Rossi - è quello di non favorire l'insediamento di nuove attività perniciose per la salute pubblica». Impedirlo completamente non è possibile e inoltre la gestione delle concessioni è di competenza delle prefetture.

«La ludopatia colpisce anche i nostri concittadini che spesso si presentano ai servizi comunali quando la situazione è già molto grave – ha evidenziato l'assessore al sociale Cristina Marigo -. Con il provvedimento vogliamo limitare il più possibile i luoghi in cui è possibile perdere denaro e allo stesso tempo tutelare le persone affette da questo tipo di dipendenza, subdola e in grado di creare grave disagio in tutto il nucleo familiare. In tutta questa situazione i proprietari delle sale gioco non sono affatto collaborativi, si pensi che sono 262 i verbali staccati dal 2015 per violazioni degli orari».

La proposta è stata votata con favore da tutti, comprese le minoranze. Il capogrupo di Tessiamo Schio, Carlo Cunegato, ha apprezzato l'iniziativa, auspicando «forme di intervento più rilevanti anche a livello nazionale», mentre la consigliera del Pd Maria Girotto l'ha definita «interessante e molto utile per la nostra città». La seduta consiliare è stata presidiata dalle forze dell'ordine, a titolo precauzionale, perché era atteso l'arrivo di una delegazione di militanti di Casa Pound per l'ascolto delle due mozioni collegate alle manifestazioni in occasione dell'Eccidio, ma che sono state posticipate.

Silvia Dal Ceredo

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