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Schio

Proteste
per la festa
benefica in villa

La contrada delle Piane dove si è svolta la festa che ha sollevato proteste. FOTO DONOVAN CISCATO
La contrada delle Piane dove si è svolta la festa che ha sollevato proteste. FOTO DONOVAN CISCATO
La contrada delle Piane dove si è svolta la festa che ha sollevato proteste. FOTO DONOVAN CISCATO
La contrada delle Piane dove si è svolta la festa che ha sollevato proteste. FOTO DONOVAN CISCATO

Proteste e chiamate alle forze dell’ordine per il presunto «rave party» sotto le Piane. Ma la musica ad alto volume proseguita fino alle ore piccole e che ha creato una piccola rivoluzione tra gli abitanti dei quartieri sottostanti veniva da una festa di beneficenza in contrada Castellaro: «Ci scusiamo se abbiamo dato disturbo, ma è solo per un sabato all’anno» ha sottolineato l’organizzatore, Paolo Santacatterina, dirigente d’azienda scledense. E nonostante l’intervento degli agenti della polizia locale Alto Vicentino per fare abbassare il volume, la mattina seguente l’evento è stato motivo di tanti commenti per strada e sui social, tra gli sfoghi di rabbia montata nelle ore di sonno perdute e la curiosità verso l’ignoto anfitrione che già da due anni in questo periodo organizza l’evento decisamente in grande stile.

Alla festa su invito, che si è svolta tra sabato e domenica, hanno partecipato in effetti un centinaio di persone. Fino a mezzanotte, tutto bene. Vista la presenza di varie sagre, tra cui quella della Piane, nessuno o quasi ha prestato attenzione alla musica che proveniva dalla contrada sopra la strada per la frazione. Un luogo meravigliosamente panoramico, ma anche dotato di un’acustica eccezionale verso valle. Perché è proprio dal basso, ovvero dalle zone residenziali di Ss. Trinità a ridosso della Collina, che con l’avanzare della notte hanno cominciato ad arrivare le prime telefonate alla centrale dei vigili urbani per protestare contro il baccano «insopportabile» che stava tenendo sveglio più di qualcuno. La musica dei dj che hanno animato la festa nella villa, secondo le testimonianze di alcuni abitanti, si sentiva chiara persino al Caile.

E così, verso mezzanotte, una pattuglia dei vigili è stata inviata nella zona collinare per imporre un drastico calo di volume. La musica è poi continuata fino alle tre inoltrate e la mattina dopo in tanti si sono scagliati contro la «maleducazione» dei festaioli. «Ci sono delle regole? Che siano rispettate» è l’argomentazione principale. «Se è un bar a fare la stessa cosa, allora fioccano mega multe. Pare però che qualcuno si senta al di sopra delle regole». E come ogni volta la cittadinanza è divisa tra i paladini del silenzio notturno e quelli che rivendicano il sacrosanto diritto anche alla “movida” notturna «sempre con buon senso da ambo le parti». Gli organizzatori, peraltro, avevano anche avvertito molti residenti delle contrade vicine, forse senza rendersi conto che il rumore della festa arrivava fino alle case in pianura.

«Chiedo scusa a quanti abbiamo arrecato disturbo - premette Santacatterina - D’altra parte, visto che non c’è nessuno che può lamentarsi di me per tutto il resto dell’anno, credo che un sabato sera di divertimento all’aperto con gli amici mi possa essere concessa». Questa è stata la seconda edizione di questa festa già organizzata in questo periodo lo scorso anno. Considerato anche che oltre allo svago, l’evento ha anche un fine benefico. «Per evitare incomprensioni, volevo sottolineare che non si tratta di un “rave party”. Il ricavato delle offerte raccolte quest’anno è stato destinato alla cooperativa Radikà di don Beppe Gobbo - spiega - che è anche intervenuta per spiegare la sua attività con i giovani che vivono varie forme di disagio». Durante la nottata sono stati raccolti circa 1.500 euro. «Spero che ci saranno altre edizioni di questa festa - conclude - Chiedo solo un po’ di comprensione una volta l’anno».

Elia Cucovaz

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