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Profugo e pusher
La carta d’identità
è made in Schio

I carabinieri in Valletta dove è stata occultata la droga. FOTO CISCATO
I carabinieri in Valletta dove è stata occultata la droga. FOTO CISCATO
I carabinieri in Valletta dove è stata occultata la droga. FOTO CISCATO
I carabinieri in Valletta dove è stata occultata la droga. FOTO CISCATO

Saranno tutti denunciati per spaccio i dieci nigeriani richiedenti asilo, fra cui una donna, filmati mentre cedevano dosi di eroina e marijuana nel parco della Valletta a clienti italiani (quattro quelli identificati, tutti già in precedenza segnalati come consumatori abituali). Ma attorno ad uno di essi si è infittito il mistero.

Quando è stato portato con gli altri nella caserma di via Maraschin per l’identificazione, ha esibito un documento d’identità in cui risulterebbe residente a Schio, rilasciato dal Comune di Schio e con firma del sindaco . Un documento che, ad una prima analisi da parte dei carabinieri della Compagnia di Schio, non sè sembratocontraffatto. Sta di fatto che per i militari risulta migrante richiedente asilo e quindi passibile di provvedimento di allontanamento. Tantopiù dopo essere stato denunciato, come gli altri, per far parte di una gang dedita allo spaccio nell’area verde a ridosso del centro storico. Durante il blitz di giovedì sono stati trovati anche 10 grammi di eroina e “erba” occultati nei muri del Castello e in altri nascondigli sotto panchine e cespugli.

Il mistero abbiamo tentato di risolverlo noi, prima che gli investigatori si rechino domani negli uffici comunali: il documento è reale ed è stato emesso dai funzionari di palazzo Garbin su richiesta del soggetto medesimo, come conferma il sindaco Valter Orsi: «È un grosso problema che avevo segnalato a suo tempo. I richiedenti asilo, dopo tre mesi che sono in un Comune, possono ottenere il documento che attesta la loro residenza, ospiti di una cooperativa. Qui a Schio sono stati rarissimi i casi e quello capitato nelle mano dell’Arma è probabilmente uno di questi. Approfitto per ringraziare carabinieri e polizia locale per il lavoro svolto. La nostra città non deve cadere in mano a chi vive di questi espedienti».

«Nei giorni scorsi durante una passeggiata di perlustrazione - afferma Alex Cioni del comitato “Prima noi” - avevamo notato che la zona della Valletta, fin giù alla chiesetta di Santa Maria a due passi da piazza Almerigo da Schio, una frequentazione sospetta di persone che abbiamo individuato come dei richiedenti asilo, ossia quei sedicenti profughi che in oltre 200 unità da mesi sono ospitati in vari appartamenti della città».

Ricordiamo che tre richiedenti asilo nigeriani, ospiti di una struttura di Giavenale, furono trovati in possesso di eroina e cocaina, una ventina di cellulari, tre pc portatili e 2 mila euro in contanti. Vennero denunciati e poi espulsi.

Mauro Sartori

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