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Pista con scalino, ciclista all’ospedale

La rotatoria di via Vicenza dove la giornalista è caduta in bici procurandosi una botta in testaCarla Urban dopo il volo in biciLa bici nel tratto della caduta
La rotatoria di via Vicenza dove la giornalista è caduta in bici procurandosi una botta in testaCarla Urban dopo il volo in biciLa bici nel tratto della caduta
La rotatoria di via Vicenza dove la giornalista è caduta in bici procurandosi una botta in testaCarla Urban dopo il volo in biciLa bici nel tratto della caduta
La rotatoria di via Vicenza dove la giornalista è caduta in bici procurandosi una botta in testaCarla Urban dopo il volo in biciLa bici nel tratto della caduta

Ciclista non riesce ad evitare il gradino del marciapiede lungo la ciclabile, cade e sbatte la nuca su un lampione. Succede lungo la trafficata via Vicenza, all’altezza della rotatoria con via Paraiso e verso Porta Venezia e via Venezia, ingresso sud della città. La ciclista è finita al pronto soccorso, è stata sottoposta a Tac perché il colpo in testa è stato violento, ma dopo un paio di giorni senza ripercussioni è stata considerata fuori pericolo e abile a tornare in sella. La storia poteva fermarsi qui se non fosse che la donna caduta è la giornalista Carla Urban, già conduttrice televisiva di Rai Due e TeleMontecarlo (era la partner di Gianni Minà a “Blitz”, trasmissione di Giovanni Minoli). Urban, preoccupata per eventuali nuovi incidenti in un’arteria in cui una caduta può rivelarsi fatale, soprattutto in relazione all’intenso traffico, si fa portavoce di una messa in sicurezza dell’area. IL RACCONTO. La giornalista, scledense di adozione ormai da qualche lustro, racconta cosa le è capitato: «Ho attraversato la strada su strisce pedonali-ciclabili, seguendo la linea rossa; all’ultimo vedo che c’è un gradino, nonostante sia al termine delle strisce con ciclabile - spiega la conduttrice televisiva che ha lavorato anche con Alberto Bevilacqua. - Non ho fatto in tempo ad evitare il gradino del marciapiede che ho visto solo all’ultimo, poiché ero tranquilla e seguivo le strisce. La a bici si è impennata, rigirata, mentre frenavo inutilmente, e sono andata a sbattere con il corpo contro il muro dell’azienda Cla, rimbalzando con il capo contro un lampione. In quel punto lo scalino va a diminuire, ma è corretto a livello solo al centro, dove ci sono solo le strisce bianche». Passati gli esami clinici in ospedale con esiti negativi, Carla ammette: «Ho preso un grosso spavento e una botta tremenda. Mi è andata bene ma in una città così ricca di ciclabili, un po’ più di attenzione sui tracciati ci vorrebbe. Capisco che non è una situazione legata a scelte amministrative della giunta attuale ma i pericoli ci sono e vanno eliminati». LA REPLICA. La risposta municipale arriva rapida: «È in previsione la sistemazione del manto stradale - spiega l’assessore ai lavori pubblici, Sergio Rossi - e in quell’occasione provvederemo a colmare la lacuna, sostituendo i tratti di cordonata con i manufatti inclinati, mettendo così in sicurezza sia ciclisti che i disabili». Con una precisazione, che arriva dagli uffici comunali: sulle strisce pedonali la bicicletta dev’essere portata a mano, salvo che non si tratti di un percorso ciclabile segnalato. Chi attraversa le zebre in sella, è come lo facesse con una moto o un’auto. Ci sono situazioni come al passaggio pedonale di via Capitano Sella davanti al duomo, in cui i ciclisti compaiono all’improvviso dall’angolo di piazza Rossi, con il rischio di essere travolti e di passare poi dalla parte del torto. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mauro Sartori

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